31 ott 2010

Pressione costante e pressione ritmica

Dopo che il cavallo ha preso confidenza con gli strumenti di lavoro, possiamo iniziare a gettare le basi del lavoro, creando per così dire un linguaggio comune.

Insegneremo dunque al cavallo a reagire a una pressione costante seguendola (andando nella stessa direzione della pressione), invece di andarle contro.

Io utilizzo stick, capezza e corda per l'innegabile comodità, ma é sottinteso che é il concetto che conta, ognuno deve utilizzare gli strumenti a lui più consoni.

Lo stick ha una lunghezza che permette di stare a distanza di sicurezza per qualsiasi possibile reazione, ha una durezza che permette di fare una pressione chiara e continua e di non svolazzare e vibrare.

Dunque iniziamo a proporre al cavallo una serie di pressioni costanti utilizzando la punta dello stick: una pressione sul petto che deve indurlo a arretrare, una pressione sul fianco che lo induce a spostare le anche e una pressione sulla capezza che lo invita a abbassare la testa (importante ad esempio per insegnargli a non strappare indietro da legato).

C'é poi un'intera gamma di esercizi, con stick, corda, mani.... a vari livelli di difficoltà, in cui il cavallo deve seguire la pressione.

L'importante é distinguere e far distinguere bene le varie fasi di pressione.
Si inizia da una lieve pressione e si arriva per gradi chiari fino a una pressione forte, rilasciando la pressione (a qualsiasi livello sia) appena si ottiene il risultato voluto. Più si riesce a essere chiari e costanti, più l'apprendimento é veloce e definitivo, arrivando ad avere un cavallo che reagisce al minimo stimolo.

Si insegna poi al cavallo ad allontanarsi a delle pressioni ritmiche.
Ad esempio muovendo ritmicamente lo stick e avvicinandosi verso il cavallo, questo dovrà arretrare. Si può eventualmente toccare (ritmicamente) il petto del cavallo per rendergli più chiara la nostra richiesta.
Idem per lo spostamento delle anche, i passi laterali, il gioco guida....

So che questi discorsi possono essere nebulosi per alcuni, far venire l'orticaria ad altri.
Metto questi video nella speranza di poter essere il più possibile esplicita.
Preciso che Diamante lavora già da un mesetto su queste cose, ma non ha mai fatto opposizioni alle pressioni (se non minimamente) fin dall'inizio.



30 ott 2010

La controversa questione delle pressioni

Attualmente sono in corso molti dibattiti riguardo l'uso delle pressioni nell'addestramento del cavallo.

C'é chi dice che le pressioni sono la base dell'addestramento equestre, c'é chi dice che le pressioni sono da evitare.

A mio parere c'é nell'immaginario collettivo un significato distorto delle parole "pressione" e "rinforzo negativo".
I due termini vengono spesso interpretati come qualcosa "di brutto".

Se invece andassimo più a fondo nel significato delle parole scopriremmo che la pressione nient'altro é che uno stimolo e che il rinforzo negativo é uno schema di apprendimento per cui il "premio" é la cessazione dello stimolo quando si presenta il comportamento desiderato.

Di tutt'altro schema tratta invece il lavoro in "shaping", in cui l'animale propone dei comportamenti (a caso o indotti dalla situazione) che vengono premiati quando giusti (rinforzo positivo, il "premio" é qualcosa di gradito che si ottiene quando si presenta il comportamento desiderato).

Quando si lavora con un animale e si ha come obiettivo l'addestramento, ovvero insegnargli qualcosa, bisogna come prima cosa chiedersi "cosa utilizzare come premio? a che cosa veramente aspira il mio animale sopra ogni cosa?"

Nel caso del cane, ad esempio, può essere il cibo, il gioco o anche solo l'approvazione del padrone.

Nel cavallo, animale preda, la scala delle necessità é diversa ed é davvero sbagliato non tenerne conto.
Per il cavallo il cibo non é una priorità, così come non lo é l'approvazione del padrone (anche se molti proprietari e soprattutto proprietarie amano pensare che il cavallo vuol loro bene e fa le cose perché si amano).
La priorità per il cavallo é la comodità, il risparmio di energie e la sicurezza.

Così come é facile indurre un cane a proporre una serie di comportamenti facendogli capire che quando avrà presentato quello giusto arriverà un pezzo di pancetta, altrettanto é facile per il cavallo capire che se reagisce nel modo corretto a una pressione troverà subito la comodità e la quiete.

Perché costringere un cavallo a proporre dei comportamenti per avere uno zucchero o un cane a imparare il seduto schiacciandogli verso il basso il sedere, se sappiamo che per la loro natura é più facile e comprensibile un dato schema mentale?

La vita del cavallo é un susseguirsi di pressioni. Dall'essere condotto alla cavezza, l'essere pulito, sellato e montato, sono tutte pressioni a cui deve imparare a reagire al modo giusto.
A chi non é capitato di spingere un puledro per farlo spostare e ritrovarselo più addosso di prima? O a cercare di tirarlo alla longhina per farlo avanzare e vederlo arretrare sempre di più?

È importante, direi quasi vitale, che il cavallo impari COME reagire alle pressioni, agli stimoli se preferiamo questa parola.

Perché il giorno che resterà incastrato da qualche parte, invece di tirare fino a uccidersi, se avrà imparato a seguire le pressioni resterà fermo fino a che sarà liberato.
Perché il giorno che gli metteremo la sella per la prima volta e saliremo, lui avrà già imparato cos'é la pressione del sottopancia e cosa vuol dire la pressione delle gambe.
Perché quando ci troveremo in situazioni difficili, avremo un cavallo che può seguire le nostre indicazioni e spostare anche solo un piede per volta.

Dunque per chi addestra un cavallo é importante conoscere e riconoscere il concetto di comodità-scomodità e saper insegnare all'animale a seguire le pressioni costanti e allontanarsi dalle pressioni ritmiche.

A spasso per il mondo

Oggi la Mia Umana mi ha portato, insieme a Hajko e il suo umano, a fare una "passeggiata".
Ho visto tante cose strane. Gli esseri umani sono molto buffi: viaggiano dentro delle cose strane, che all'inizio mi facevano paura (sono grosse e si muovono veloci e dritte!) ma poi ho visto che da un buco é spuntata un umana che mi parlava e ho capito.
Poi c'era un umano rialzato che faceva cadere pezzi di siepe da un coso. Hajko aveva paura, io pensavo che fosse uno spreco e sicuramente erano molto gustosi quei pezzi di siepe. La Mia Umana però insisteva a continuare a camminare.

Siamo passati di fianco a un posto con tanti cavalli che non conoscevo. Non so perché si sono messi tutti a correre e sgroppare, io non vedevo nulla da cui scappare, mi sono agitata ma tutti intorno a me erano tranquilli (anche hajko) e la Mia Umana voleva che rimanessi al passo di fianco a lei.
Poi siamo passati di fianco a delle capre e io iniziavo a essere un po' stanca. Abbiamo attraversato un passaggio stretto (la mia pancia ci passava per poco lì dentro! Ma sono passata con calma lo stesso) ed eravamo di fianco a un laghetto con tantissimi umani intorno.
Di nuovo un passaggio stretto e finalmente eravamo di nuovo a casa!


8 ott 2010

Il dressage ai WEG 2010

Le prove di dressage dei Campionati del Mondo hanno come sempre suscitato emozioni discordanti.

Da una parte l'emozione, il romanticismo e l'adorazione degli appassionati equi-ignoranti, considerando il termine "ignorante" nel suo significato più puro, ovvero "persona che non sa".

Dall'altra lo scetticismo o addirittura il disgusto degli appassionati che conoscono i principi di addestramento basati sulla fisiologia, la biomeccanica e l'etologia.

Senza arrivare al caso limite della Cornelissen squalificata perché il cavallo presentava sangue nella bocca, basta guardare un piccolo fotoalbum come questo:
http://www.st-georg.de/news/detail.php?objectID=8357&class=6# 
(grazie Catja per il link, preso dal forum azzurro) per rendersi conto che qualcosa non va.

Disgusto per tutto il principio della leggerezza agli aiuti profanato da illustri cavalieri che tirano su morsi e filetti nelle bocche del loro cavallo, speronano inutilmente, muovono le chiappe a ritmo di piaffe quando il cavallo quasi nemmeno alza le gambe.
Disgusto per cavalli iperflessi, incappucciati, che sgambettano con gli anteriori ma trascinano i posteriori. Cavalli con schiene bloccate, cavalli con evidente peso sugli anteriori proprio nell'esercizio di massima riunione, il piaffe.

Cavalli a cui viene tolto ogni diritto di replica con mezzi disonesti, cavalli pagati dagli sponsor che finché la barca va, lasciala andare....che morto un papa, se ne fa un altro.

Cavalli super selezionati, con strabilianti andature, ottime morfologie, splendidi caratteri, montati da cavalieri che pensano solo a piegarne lo spirito, oltre che l'incollatura, per gonfiare il borsellino.
Giudici succubi del sistema, troppo avidi per contestare, che premiano ormai più gli sponsor che i binomi. Giudici-banderuole che vanno dove tira il vento, invece che premiare la buona equitazione, il vero addestramento.

Ed é così che un'arte perde il proprio significato...sulla pelle di un nobile animale.

6 ott 2010

La desensibilizzazione. Paura o disrispetto?

Quando si inizia un lavoro con un cavallo (di qualsiasi età e qualsiasi precedente),sarebbe buona norma fargli conoscere quelli che saranno gli strumenti per effettuare questo lavoro.
Frusta, stick, capezza, capezzone, lunghina, longe, sottosella, sella.....ognuno di questi elementi deve essere presentato a tempo debito al cavallo, che deve avere il tempo di conoscere l'oggetto e capire come funziona.

Quindi il primo approccio al lavoro del nuovo "allievo" dovrebbe essere da terra e consiste nella cosiddetta desensibilizzazione.

La desensibilizzazione si ottiene attraverso dei movimenti ripetitivi, presentando e togliendo l'oggetto proposto ritmicamente.
Questo permette al cavallo di "prendere atto" della presenza dell'oggetto e capire che la sua vicinanza non é pericolosa.Se lo desidera, gli é permesso annusare l'oggetto, prenderlo in bocca.

In seguito si chiede al cavallo di accettare l'oggetto in ogni parte del suo corpo.
In questo caso, per meglio far comprendere l'innocuità della situazione, é utile mantenere il contatto fra l'oggetto e il cavallo durante le possibili reazioni e togliere il contatto quando il cavallo si ferma e mostra uno dei segnali di accettazione (abbassamento dell'incollatura, masticazione, posizionamento di un posteriore a riposo, sospiri,..).

Per completare l'opera, é bene abituare il cavallo a non temere i movimenti, anche repentini, che gli oggetti possono compiere: ad esempio, abituando il cavallo a restare tranquillo mentre la frusta rotea sopra la sua testa o viene picchiata per terra a poca distanza da lui.
Ad alcuni potrà sembrare un controsenso desensibilizzare agli strumenti di lavoro: in realtà é proprio abituando il cavallo a controllare il nostro linguaggio del corpo e non gli oggetti, il loro movimento o l'ambiente circostante, che gli strumenti avranno l'effetto potenzialmente migliore.

Con questo semplice ma basilare passaggio, si possono inoltre ottenere preziose informazioni riguardo al carattere del cavallo, informazioni che ci permetteranno di meglio calibrare il lavoro anche in futuro.

Può capitare dunque che il cavallo stimolato in questa maniera presenti reazioni di vera paura: tentativi di fuga che si esprimono scappando sempre in direzione opposta al punto in cui si trova l'addestratore e l'oggetto della paura.

All'opposto, può capitare che il cavallo reagisca sì scappando, ma travolgendo l'addestratore (o perlomeno tentando di farlo muovere). In questo caso più che di paura si tratta di disrispetto e l'oggetto in questione é più che altro una "scusa" per testare i limiti.

In alcuni casi difficili, il cavallo ha come reazione l'aggressione dell'oggetto o peggio dell'addestratore.

È importante dunque che l'addestratore sia ben consapevole del proprio linguaggio del corpo, che sappia restare rilassato e trasmettere al cavallo il messaggio "tranquillo, va tutto bene".
Allo stesso tempo é importante che l'addestratore non si faccia spostare dal cavallo, né travolgere, allontanandolo per mantenere sempre la distanza di rispetto voluta.

Quante cose nuove oggi....

 

L'addestramento di un puledro

Domare un puledro non é assolutamente un lavoro scontato, né un lavoro alla portata di tutti.

Io ne sono più che consapevole e questo blog non ha assolutamente l'intenzione di apparire come un "manuale di istruzione".
Semplicemente reputo interessante poter condividere quest'esperienza molto importante.

La mia ricerca di un metodo adatto e di persone a cui affidarmi per farmi seguire nell'addestramento di Diamante é stata abbastanza lunga.

Dopo molte letture, parecchie discussioni, molti stage e qualche tentativo, la mia scelta é stata di seguire la cosiddetta "doma etologica", che in modo ipocrita molti chiamano "doma dolce" o "doma naturale".
Questa come base per un futuro nell'equitazione classica, con cui si sposa perfettamente.

Più precisamente sto parlando della scuola Horseman Program di Luciano Mattalia (www.horsemanprogram.it) e della Scuola della Leggerezza di Philippe Karl (http://www.philippe-karl.com).

La mia base sarà "Un posto felice", dove lavora Antonella (istruttrice HP senior e allieva del corso istruttori della scuola della leggerezza) con suo marito Emidio (istruttore HP).

A loro l'arduo compito di istruire me su come istruire la povera malcapitata puledra!

3 ott 2010

Bentornata Diamante

Mi sono sempre piaciuti gli umani, fin da quando ero molto piccola. Anche se devo ammettere che talvolta fanno delle cose molto buffe. Ogni tanto mi danno anche fastidio.
Ieri per esempio ero così contenta!È arrivata la Mia Umana e mi ha portato le carote, fatto tantissime coccole. Mi ha messo quella cosa intorno alla testa e l' ho seguita.  Mi ha fatto salire in quel buco che traballa un po', ma c'erano tante cose da mangiare.
Però poi mi hanno chiuso dentro e tutto fuori si muoveva, c'era tanta aria e un sacco di rumori strani che prima non c'erano e avevo paura.
Un paio di volte é comparsa la Mia Umana per tranquillizzarmi. Quando alla fine mi hanno aperto e fatto scendere, non ero più a casa mia!
Allora ho cominciato a nitrire e cavalli che non conoscevo mi hanno risposto. Ce n'erano tre molto vicini a me. Una sembra quasi la mia mamma, uno é giovane e vuole fare amicizia. Quello più vecchio se ne sta sulle sue, ma oggi é venuto e mi ha picchiato. Mi sa che dovrò comportarmi bene con lui. Però per intanto sto vicina a quella che sembra la mia mamma. Non si sa mai.








http://www.youtube.com/watch?v=KysaQNK1yM8