27 mar 2011

L'ambientamento

In natura un branco é formato da elementi che tutto sommato "si sono scelti" e un individuo non gradito può venire allontanato dal branco.
Questo formerà un nuovo branco con altri "scapoli" o troverà un branco in cui é accettato.

Quando invece é l'uomo a formare un branco, non si può partire dalla romantica idea che tutto andrà a meraviglia perché "finalmente" il nostro cavallo può vivere secondo natura.

Prima di tutto c'é il discorso dell'esperienza, delle abitudini e della socializzazione del cavallo.
Diamante ha sempre vissuto in branco, sempre all'aperto. Sa comunicare, sa regolarsi e sa che con certe condizioni atmosferiche é meglio stare al riparo. Sa che il cibo é a disposizione e non si deve ingozzare.
Come si potrebbe paragonare questa situazione con quella di un cavallo che per dieci anni ha vissuto in box, che dallo svezzamento non ha più toccato un altro suo simile? Che non ha mai preso una goccia di pioggia in testa e ha sempre avuto il fieno razionato due ore al giorno?

La gestione naturale resta in assoluto la soluzione migliore per ogni cavallo, ma é importante rendersi conto della situazione del proprio cavallo per organizzare un ambientamento adatto, in tempi più o meno lunghi.

Altrimenti si corre il rischio di trovarsi il cavallo pelle e ossa, stressato, ammalato o ferito.

La seconda cosa da tenere bene a mente é che il cavallo potrebbe non venire accettato in quel branco.
Quindi bando agli egoismi, é vero che la scuderia deve piacere anche a noi cavalieri, ma per prima cosa deve star bene il cavallo.
Quando ho portato Diamante nella nuova scuderia, ho detto ben chiaro "proviamo!" ed era sicuro che se le cose non si fossero messe al meglio per lei con i nuovi compagni, avrei cercato altre soluzioni.

Lei é stata accettata subito da tre componenti del branco, mentre da una femmina sua coetanea ha dovuto subire parecchi attacchi.
Ora, a distanza di un mese, si direbbe in quel branco da sempre.

Dal punto di vista addestrativo-comunicativo con me, i primi giorni sono stati piuttosto difficili.
Era obbediente, agli ordini, eseguiva ogni richiesta velocemente ma la sua attenzione e i suoi pensieri erano sempre rivolti verso il branco.
Questo rappresenta un rischio in un cavallo, perché se abbiamo l'impressione che la sua testa non sia al 100% con noi, possiamo aspettarci di tutto.

Fortunatamente l'aiuto di Antonella non ha tardato ad arrivare e lavorando molto sugli spostamenti di spalle e anche e permettendole di buttare fuori tutte le energie e lo stress con il lavoro con la sette metri, tutto é tornato alla normalità, anche se la "componente branco" resta un punto in più a cui fare attenzione nel nostro lavoro d'ora in poi.