31 ago 2011

Infanzia felice

Riporto un altro articolo dal sito www.esserecavallo.com.
Spero faccia riflettere come ha fatto riflettere me, che guardo Diamante come si guarda un germoglio che cresce di giorno in giorno e ci si chiede quale bel fiore comparirà.

Quando giovane è troppo giovane?

“Il periodo di allenamento alla corda deve essere prolungato se il cavallo è così giovane e non ancora pienamente sviluppato, diciamo 3e mezzo- 4 anni, che portare il peso del cavaliere provocherebbe danni a tendini, ossa e giunture ancora troppo deboli”. Waldemar Seunig.

“Nessun cavallo al mondo, di nessuna razza, in tutti i tempi, è o è mai stato maturo prima dei 6 anni( 6 mesi più o meno)”. Questa affermazione ferma e incontrovertibile viene dal Dr. Deb Bennett, Ph.D.,una degli esperti leader nel settore dell’anatomia, conformazione e biomeccanica equina. La ricerca nella quale essa ha avuto una parte pionieristica è stata ora ripresa e confermata nel tempo e l’argomento ha dato inizio a una crescente attenzione verso il benessere del cavallo e disappunto verso il noncurante superamento dei limiti etici con l’uso, e quindi l’abuso, di cavalli molto giovani che vengono inseriti in termini competitivi spingendo le persone a seguire i dettami delle associazioni e dei giudici di gara invece di considerare la questione per conto proprio o preoccuparsi di indagare tutte le evidenze (le prove) ampiamente accessibili del severo danno procurato ai cavalli quando vengono sottoposti a un lavoro troppo duro troppo giovani.

Ecco quali sono i fatti ben conosciuti e ampiamente verificabili:

Riguardo a un’ età giusta per iniziare a lavorare fisicamente- le placche di crescita alla fine (sommità) di ogni osso (spesso placche multiple sulle ossa più complesse come la pelvi) devono essere fuse e complete. Dr. Bennett ci ha dato una massima molto facile per capire questo: più sono lontane dalla schiena, cioè più sono vicine al terreno, prima le ossa hanno completato la loro crescita. Questo periodo va approssimativamente da circa un anno per il pastorale corto ad almeno 4 anni per la pelvi. Nel suo articolo di Horses for Life di Settembre 2005 il Dr.Mayhew stabilisce che nella parte caudale le vertebre spinali spesso non sono completamente fuse fino all’età di 12 anni!

Ciò che non è sufficientemente riconosciuto è che la crescita di maturazione più lenta è sulla schiena, quella struttura orizzontale che non è, per definizione, così forte come le strutture verticali delle gambe. Così non solo la colonna vertebrale è “ la più lontana da terra” secondo la massima della Dr. Bennett ma ha in più lo svantaggio di essere strutturalmente più debole in termini di sopportazione del peso. Questo naturalmente non significa che sovraccaricare le gambe sia meno dannoso. E il sovraccarico non deriva solo da un troppo precoce e inappropriato lavoro fisico, per questo dobbiamo solo guardare le gambe dei giovani cavalli da corsa, può derivare anche da una sovralimentazione.- Pensate a quei grossi giovani cavalli così amati in tante manifestazioni, o al puledro supernutrito che fa troppo poco esercizio fisico. Quando i cavalli sono montati e cavalcati troppo giovani, sviluppano quella brutta e altamente inefficiente groppa “ che scivola in giù”:

Molti cavalli sono allevati in modo da sembrare più maturi di quello che sono in realtà oppure secondo un detto tradizionale si dice che sono “ precoci “, ma ciò semplicemente non è vero, sono tutti immaturi e non sono pronti per il lavoro sia fisicamente che mentalmente prima dei 5 o 6 anni d’ età. I cavalli molto giovani che iniziano lavoro e gare, per non parlare delle corse, sono i cavalli che finiscono per essere “ buttati via “ o venduti a poco prezzo a un’età ancora molto giovane, alcuni 4 o 5 anni; sono i cavalli da dressage o da salto che sono finiti e bruciati fisicamente all’età di 8 0 10 anni, i cavalli che hanno problemi a non finire e passano da un proprietario all’altro, da una scuola d’equitazione all’altra, sempre più costosi in termini veterinari, sempre più un peso per il portafoglio, il tempo e la pazienza del loro proprietario.

La mentalità “ usa e getta “ inizia coll’avviare all’attività cavalli troppo giovani, con la necessità e la bramosia di farli lavorare vincendo e guadagnandosi il loro mantenimento. Questa mentalità è non solo sostenuta ma anzi creata dalle associazioni che organizzano spettacoli e competizioni e da istruttori e giudici.

C’era una tradizione nell’Inghilterra dei vecchi tempi, ancora mantenuta da alcuni ma ignorata da molti, per cui si prende un puledro dalla nascita, gli si insegna le regole basilari delle buone maniere, come essere portato, nutrito, come farsi pulire i piedi, e così via via lo si abitua alla sella anche all’età di 2 o 3 anni sottoforma di gioco per cui la sella o la coperta o la cinghia vengono posti sulla groppa e il sottopancia tirato con cautela; quindi il puledro impara a camminare con la sella sulla schiena; si potrebbe anche montarci sopra a 4 anni ma cavalcando per non più di20 minuti per volta, magari facendo una passeggiata leggera al passo e trotto con un compagno che fa da maestro, procedendo su linee rette, nessun lavoro su circoli pesante per le giunture; poi lo si mette al pascolo e alla vita di gruppo fino all’età di almeno 5 anni…Solo allora può cominciare qualcosa lontanamente somigliante a un “ lavoro serio” , ed anche questo deve essere fatto molto lentamente, per arrivare molto molto gradualmente al “ lavoro pieno” a 6 anni o anche dopo.

Esaminiamo più da vicino il commento di W. Seunig al principio di questo articolo: egli parla di un cavallo molto giovane e poi, facendolo rimarcare, dichiara che intende da 3 anni e mezzo a 4! Quanti cavalli vediamo oggi già totalmente rovinati a quell’età dalla pressione e lo stress di un lavoro tropo precoce e duro? Cosa ci dice questo sui giovani cavalli presentati alle “Futurities”? ( corse dove i cavalli devono essere iscritti molti mesi prima o appena nati). Per essere competitivi questi cavalli devono iniziare- e lavorare molto duramente con sella e cavaliere- anche molto prima dei 2 anni!

Un altro punto strettamente legato a questo argomento è il fatto che così tanti puledri non hanno la possibilità di sviluppare,tendini e legamenti forti poiché sono rinchiusi in piccole stalle e raramente se non mai vengono portati fuori a giocare, correre, rotolarsi, sgroppare,tutti elementi essenziali in un corretto sviluppo di ossa sane e forti. Nessuna meraviglia dunque che gli animali siano resi,da uomini inconsapevoli, ancora più tragicamente suscettibili alle malattie di cui soffrono tutti i cavalli che cominciano troppo giovani, sindrome navicolare, spavenio, schinelle, problemi articolari del garretto, problemi alla grassella, artrite, per menzionare solo i problemi fisici.

Circola molto denaro intorno ai cavalli in molti settori degli sport equestri, e dove c’è denaro e tornaconto c’è poca speranza che sia udita la voce di protesta alla violazione del corretto sviluppo, o per la protezione degli interessi del cavallo, non parliamo poi di essere presi seriamente. Ma almeno aumentando la consapevolezza di ciò che deriva da tutto questo, più persone possono scegliere di prendere l’addestramento dei loro giovani animali molto più lentamente e di spendere i primi anni costruendo con cura l’èducazione del cavallo – fisica , mentale, comportamentale, emotiva - attraverso la miriade di attività e metodi di addestramento disponibili che rendono questo lavoro non solo un divertimento per entrambi, uomo e animale, ma anche qualcosa di molto gratificante, qualcosa che continua a fiorire sviluppare e che mantiene tutto il colore e la sostanza molto dopo che i nastri e le rosette sono sbiaditi e decaduti. Un cavallo che è stato addestrato gradualmente in questo modo sarà una gioia da gestire e cavalcare, avrà una vita lunga e sana e una vecchiaia confortevole, mentre il suo proprietario potrà guardarlo negli occhi ogni mattina in uno spirito di onesta collaborazione.

Gli articoli e le ricerche del Dr. Bennett sono liberamente accessibili sul suo sito web –per una esposizione più estesa dei fatti in questione e alcuni diagrammi molto illuminanti, vedi:

www.equinestudies.org/ranger_2008/ranger_piece_2008_pdf1.pdf (PDF, 2.1 MB)»

Titolo originale: How young is too young?.....Tradotto dall'inglese da Bruna Nin e Susan Garvin, precedentemente pubblicato in Horses for Life (Volume 43 2009) www.horsesforlife.com/GarvinIsHowYoungIsTooYoung»


16 ago 2011

Equi-frontalieri

Come promesso in passato, riporto qui le informazioni e le mie esperienze riguardo i viaggi dalla Svizzera in Italia con i cavalli.


Prima di tutto é bene specificare che il cavallo é considerato un "bene commerciale", su cui esiste dunque dazio doganale per un espatrio definitivo.

Quello che interessa a noi "equi-frontalieri" é invece la cosiddetta esportazione temporanea.

Iniziamo dai documenti necessari:

- passaporto della fsse con: vaccinazioni regolari, antirabbica fatta da almeno tre settimane, coggin test da meno di un anno

- Carnet A.T.A.

- Eventuale fotocopia del contratto di vendita o assicurativo (se presente), per testimoniare l'effettivo valore del cavallo (in caso di rogne)

- Autorizzazione a utilizzare il mezzo di trasporto (rimorchio o camioncino) anche all'estero, se non é di nostra proprietà

Il passaporto é ormai obbligatorio in Svizzera per tutti i cavalli, per i ritardatari ricordo che bisogna stampare dal sito della federazione il foglio di richiesta per il passaporto e pagare in anticipo, per spedire il tutto alla federazione che manderà in un paio di giorni il passaporto vuoto. A quel punto si contatta il veterinario, che provvederà a fare la visita di riconoscimento e a spedire alla federazione il passaporto compilato. La federazione metterà il timbro e lo spedirà completo al proprietario.

Per il Carnet A.T.A. la faccenda si complica. Diciamo che ci sono due possibilità per averlo, una legale e una un po' meno.

Si può:
1. ottenere il carnet dalla Camera di Commercio (io ero andata all'ufficio di Lugano), costo: 90.- franchi.
 Questa é la soluzione più legale, perché tutto é a nome del proprietario del cavallo. È necessario però "congelare" in banca la somma equivalente al 35% del valore del cavallo, dunque una somma piuttosto cospicua. I soldi servono come assicurazione, nel caso il cavallo non torni in Svizzera o succeda qualcosa di "losco". Vengono "scongelati" alla riconsegna del carnet.

2. ottenere il carnet rivolgendosi a qualche ditta di spedizioni che possiede un numero indefinito di carnet, costo: 370.- franchi (o più, a seconda del numero dei cavalli e del loro valore).
Questa é una soluzione "politica", poiché il proprietario del cavallo diventa il "rappresentante" della ditta di spedizione. Permette però di viaggiare per un intero anno senza congelare nessuna somma.

Per ottenere il carnet in entrambi i casi serve il passaporto del cavallo e tutti i suoi dati. Ricordatevi che se non siete il proprietario del cavallo, dovete farvi aggiungere al carnet la procura per utilizzarlo!

Ricordate di far mettere nella lista anche il materiale che vi portate, con un valore approssimativo di 1000 franchi, così siete regolari anche per i finimenti.

Una volta in mano, prima del primo viaggio bisogna andare alla dogana commerciale e "aprire il carnet", ovvero farsi mettere un timbro e un numero sulla pagina principale. Non é necessario portare il cavallo! A meno che si decida di aprire il carnet direttamente il giorno del primo viaggio.

Per il viaggio, é necessario compilare i fogli di viaggio, che non sono i primi fogli gialli e bianchi (che sono quelli da far compilare e timbrare in dogana!) ma gli ultimi.
Per ogni viaggio ci sono 4 fogli: uscita dalla svizzera, entrata in italia, uscita dall'italia, entrata in svizzera. Sono tutti da compilare nello stesso modo, verranno staccati e tenuti in ogni ufficio della dogana.

- Proprietario e rappresentante (noi o la ditta e noi)
- utilizzo del bene: ricordatevi di scrivere la VERITÀ, ovvero se uscite per una gara, per uno stage, per una passeggiata, per una visita veterinaria....e ricordate che non tutto é ammesso, per questioni particolari rivolgetevi all'ufficio delle dogane, hanno la lista completa delle motivazioni plausibili per le esportazioni temporanee dei cavalli.
- mezzo di trasporto: mettete il tipo di mezzo (rimorchio o camion) e il numero di targa
- dettagli dei beni: mettete il nome del cavallo e il numero di passaporto
- dichiarazione di esportazione temporanea: mettete i numeri corrispondenti ai cavalli e al materiale che stanno uscendo con quel viaggio (la lista é dietro il foglio)
- in fondo a destra, luogo data e firma.

Se non uscite con tutti i cavalli, ricordate di tirare una riga sui cavalli che restano a casa nella lista dietro il foglio e correggete i valori totali in fondo alla lista.

L'unico possibile problema che potete incontrare é che la motivazione non sia plausibile: se scrivete che lo portate in una nuova scuderia (o peggio mentite e scrivete che andate in gara) e pensate di poter fare un viaggio all'anno per rifare il carnet, tenendo così il cavallo a vivere in Italia, vi sbagliate di grosso! non é fattibile e i doganieri sanno bene di che business si tratta, dunque probabilmente vi metteranno una data obbligatoria di rientro (LO POSSONO FARE!!).

Unica eccezione é per l'allevamento: un puledro può restare un anno all'estero per crescere e, a quanto ho scoperto, anche per essere addestrato, senza dover fare l'esportazione definitiva.

Il contratto di vendita o un documento che attesta il valore del cavallo (qualsiasi esso sia) é utile solamente in caso ci si imbatta in qualche doganiere rompiballe (purtroppo ce ne sono) che non si fida del valore dichiarato sul carnet.

L'autorizzazione a utilizzare il mezzo di trasporto invece é importante soprattutto in Italia. Ricordate che é necessaria anche se il mezzo é intestato a un vostro parente!

La mia esperienza personale negli ultimi due anni é tutto sommato positiva, se posso permettermi di dare un consiglio, la dogana migliore in assoluto per la questione cavalli é Stabio-Gaggiolo.
Oltre ad essere molto comodo il posteggio (é dritto), i doganieri sia svizzeri che italiani sono molto cordiali e simpatici, gli addetti ai carnet sono veloci (in Italia devono ancora scrivere tutto a mano nei registri!!!) e controllano il cavallo quasi piu per amore dell'animale che per lavoro.

Esperienze negative invece alla dogana di Chiasso autostrada, soprattutto dalla parte italiana. Sono addirittura stata insultata da un finanziere mentre cercavo posteggio. Lentissimi in ufficio e molto sospettosi.

Calcolate comunque che un buon 10 minuti (se c'é colonna anche 20) in ufficio lo dovete passare, se non avete la certezza che il cavallo sarà tranquillo portatevi sempre un compagno di viaggio che possa controllare mentre siete via.

Purtroppo so che l'abitudine dei miei "colleghi di espatrio" é quella di essere piuttosto scortesi e sulla difensiva, quando si apprestano a passare il confine con il loro equino. Ricordatevi che i doganieri stanno facendo il loro lavoro e che se li rispettiamo e non infrangiamo le regole, tutto filerà liscio allegramente.