25 dic 2011

Buon Natale

Auguri di Buon Natale a tutti gli amici che seguono le nostre avventure!

Ecco Stella, due anni e mezzo, all'inizio della doma e Diamante, tre anni e mezzo, dopo un anno dalla doma!
Puledri "made in Un Posto Felice".


9 dic 2011

Le flessioni e le spalle

Il lavoro con l'imboccatura procede e il puledro prende sempre più confidenza con questo nuovo strumento.
È importante ora curare molto i dettagli nel lavoro sia da terra che da sella: bisogna educare la bocca del cavallo a rispondere correttamente alla richiesta, é necessaria molta coerenza e molta pazienza nel ripetere piccoli esercizi esigendo sempre una risposta ottimale.

Se per esempio Diamante alla richiesta di decontrarre la bocca rispondesse solo timidamente o non rispondesse affatto, dovrei persistere nella richiesta SENZA AUMENTARE e SENZA VIBRAZIONI per vincere queste resistenze di forza.
Se la resistenza fosse di peso (strattonare verso il basso, pesare sulla mano), dovrei correggere con una mezza fermata o la vibrazione dell'imboccatura.

Questo deve succedere sia da terra che da sella e in qualsiasi momento io chieda alla cavalla di decontrarre la bocca, anche durante un altro esercizio.
L'obiettivo ora non é un esercizio perfetto, ma una risposta corretta della bocca alla richiesta della mano.



Con questo presupposto, si può iniziare a lavorare sul controllo dell'equilibrio tra le spalle tramite le flessioni dell'incollatura, anche da sella.

Il problema principale che si presenta é che il puledro é naturalmente portato a andare nella direzione del suo naso. Dunque con una flessione a sinistra, tenderà a girare verso sinistra, mettendo il peso sulla spalla interna alla flessione.
Se vogliamo che il cavallo cammini dritto lungo la pista mantenendo una flessione dell'incollatura, dovremo fare in modo che lui sposti il suo peso sulla spalla esterna alla flessione e trovi l'equilibrio adatto tra le due spalle.



Da terra lo aiutiamo con azioni verso l'alto sull'anello interno del filetto e un buon contatto con la redine esterna; in caso di difficoltà possiamo aiutarci con la mano che tiene la redine esterna, spingendo leggermente sulla spalla.
Piccola precisazione: quest'ultimo "trucchetto" può funzionare se il cavallo ha precedentemente imparato a rispondere alla pressione costante e ritmica, altrimenti avremo un riflesso di opposizione e spingerà ancora di più contro di noi.

Da sella aiutiamo il cavallo con un azione delle mani verso l'alto e parallela orizzontale verso l'esterno con entrambe le mani, con un gesto rapido seguito subito da una discesa di mano.
Idealmente é come se volessimo "spingere" il cavallo all'esterno.
È importante mantenere la flessione dell'incollatura mentre si fanno queste correzioni, altrimenti non otterremo il risultato voluto e appena si riprenderà la flessione il cavallo tornerà a proporre lo stesso errore.

La flessione non deve essere accentuata, é più importante che il cavallo sia decontratto e si abbia la netta sensazione di poter gestire l'equilibrio tra le spalle.

Inizialmente si ha una sensazione di forte instabilità, perché il cavallo deve trovare la giusta via di mezzo: si passerà dal correggere il troppo peso sulla spalla interna (cavallo che vuole girare) al correggere il peso sulla spalla esterna (cavallo che si butta contro la parete).
L'importante é premiare subito i momenti in cui il cavallo riesce a essere in equilibrio durante la flessione con un grande circolo in estensione dell'incollatura, riprendendo la flessione appena tornati sulla pista.
Così uniamo il dilettevole (il premio) all'utile (il cambiamento di atteggiamento dell'incollatura seguendo le indicazioni della mano).



Si nota in modo molto netto, a questo punto del lavoro, come la flessione sia diversa da un lato all'altro: dal lato di flessione naturale si nota una posizione migliore, una grande facilità ma anche maggior propensione alle discussioni; dall'altro lato é evidente la difficoltà e la posizione diversa, ma maggiore stabilità una volta ottenuta la decontrazione.

Un'altra questione interessante che ho appreso durante queste ultime lezioni é come l'atteggiamento del cavallo e la sua postura siano strettamente correlati, in entrambi i sensi.
Se il cavallo é agitato, presenterà la tipica postura con incollatura alta: se riusciamo a fargliela abbassare (ci sono diversi esercizi e sistemi, non coercitivi ovviamente), in breve tempo vedremo un considerevole rilassamento.
La cosa funziona però anche all'opposto: se vogliamo insegnare al puledro a decontrarre la bocca in una posizione di incollatura più alta, potremmo notare che questa nuova posizione tende a innervosirlo e a metterlo "sul chi vive".
È più che normale e con le opportune ripetizioni il cavallo imparerà a scindere le due cose.
Può succedere anche a livelli più avanzati quando si introduce il lavoro di riunione, creando uno stato di eccitazione tipico di queste posture (pensate ai cavalli che fanno "i matti" al paddock).

4 dic 2011

Gambe sì? Gambe no?

Pubblico nel blog una nota che merita di essere letta e su cui sarebbe bene riflettere, scritta da Massimo, un'amico appassionato cavaliere.
È una traduzione dal testo “Addestramento metodico del cavallo da sella, dagli ultimi insegnamenti di Baucher, raccolti da un suo allievo”  di Faverot de Kerbrech.
Il blog di Massimo é Breve Blog Equestre , visitatelo!


Riporto qua la traduzione di estratti del testo di cui parlavo con un amico (sperando di far cosa gradita) a proposito della scelta di utilizzare o meno le gambe in certi momenti dell'addestramento del cavallo.
Per scongiurare la possibilità di pensare che le gambe non si usino per niente (che non è vero) va fatto notare solo questo: e cioè che in questi estratti si sconsiglia l'uso delle gambe come correttivo di un errore di rettitudine del cavallo. L'autore insomma individua delle situazioni in cui comunemente chiunque le userebbe e mette in guardia sul fatto che in quella circostanza è sostanzialmente fatica inutile. Promuove invece, per correggere l'asimmetria innata di ciascun cavallo, come prima cosa un lavoro più metodico sulle spalle fatto usando le mani.
Sono solamente alcuni paragrafi presi a campione, non escludo che leggendo con calma se ne possano trovare altri. Ovviamente di altrettanti se ne trovano a favore dell'uso delle gambe, ma come ho già detto mai, soprattutto all'inizio dell'addestramento, con lo scopo di correggere l'errore di rettitudine naturale che ciascun cavallo presenta a vari gradi.
Il motivo non scritto di questa decisione ma che appare ovvio a chi ha un minimo di esperienza è chiaro: preservare il potenziale delle gambe per usarle con più efficacia solamente al momento giusto, quando veramente servono.

Raddrizzare un cavallo
Il mezzo più semplice e più pratico per arrivarci consiste nell’insegnare al cavallo a prendere facilmente, su richiesta del cavaliere, il piego inverso.
E’ quindi rendendo le due “incurvazioni” ugualmente facili, sia a destra sia a sinistra, che si riesce a raddrizzare un animale che ha la tendenza a piegarsi solo da una parte.
Ma tali incurvazioni devono essere ottenute soltanto con la mano, con il cavallo leggero e con la testa piazzata. Bisogna cercare di non aiutarsi con le gambe, di non impiegare, per esempio, l’effetto diagonale, che agisce sul treno posteriore e lo sposta, visto che spesso questo ritorna nella primitiva posizione non appena cessa l’azione della gamba opposta, cosa che comporterebbe quindi un lavoro senza via d’uscita.
Per riassumere, non si tratta qui di mobilizzare la groppa attorno al treno anteriore, ma è la traslazione del peso di una spalla verso l’altra, prodotta grazie alla redine d’appoggio, che ha come conseguenza quella di piegare leggermente il cavallo in senso inverso alla sua inclinazione naturale.
Così, anche se sembra che il cavallo abbia le anche e la punta del naso spinte dal lato opposto, in realtà sono soltanto le spalle che, cedendo all’azione della mano, si sono un po' piegate nel senso in cui è stato fatto “cadere” il peso dell’incollatura.
E’ inutile dire che questo metodo, suggerito per lottare contro la tendenza particolare di un cavallo a prendere un piego vizioso, non esime dall’attenzione costante che deve avere il cavaliere di posizionare e mantenere il proprio allievo, malgrado le esigenze dell’addestramento, ben dritto di spalle e di anche, ad ogni andatura, da fermo, o mentre rincula.

(...)
Ogni volta che il cavallo si mette un minimo di traverso, fermarlo. Piazzarlo perfettamente diritto, soprattutto di spalle, poi avanzare di nuovo.

(...)

Metodi per mettere dritto un cavallo
All'inizio della preparazione, appena l’animale si mette un po' di traverso (...) se porta in avanti la groppa, per esempio a destra nel galoppo a destra, bisogna, quando la mascella cede ed è morbida, appoggiare leggermente la redine sinistra sull’incollatura per rigettare il peso del treno anteriore sulla spalla destra, in questo modo le anche si spostano a sinistra e la punta del naso si porta da questo stesso lato. In una parola, si corregge un piego dando all’animale, con un effetto delicato, il piego contrario. Ma bisogna evitare di servirsi delle gambe.

(...)

Come si arriva al piaffer
(...) quando, nel piaffer, il cavallo mette la groppa di traverso, è sempre perché oppone una resistenza di forze alla mano. La groppa di traverso ne è l’effetto. La causa è la resistenza di forze.