Il lavoro con i due stick (senza redini) é utile per alleggerire il cavallo alla pressione sulla capezza, per insegnargli a ascoltare bene anche gli altri segnali del nostro corpo (peso, busto, sguardo) e anche per migliorare il nostro assetto e la nostra precisione nelle richieste.
Gli stick vanno tenuti uno in ogni mano e appoggiati sulle spalle (dunque il contrario del classico frustino).
Lo stick interviene solamente per correggere, agisce lateralmente verso il naso del cavallo e arriva anche a toccarlo se necessario.
Per fermare il cavallo invece i due stick agiscono contemporaneamente: inizialmente dal basso verso l'altro sotto il muso del cavallo per invitarlo a alzare l'incollatura e quindi fermarsi, in seguito basterà far scendere i due stick ad altezza occhi per ottenere il risultato.
È sottinteso che il cavallo deve essere desensibilizzato alla presenza dello stick sulla testa e anche al rumore dei due stick che picchiano l'uno sull'altro.
La prima cosa da fare é assicurarsi che da fermo il cavallo fletta l'incollatura seguendo la presenza dello stick che si avvicina.
Il primo esercizio utile che si può fare, prima al passo e poi anche al trotto, é fare degli otto intorno a due bidoni (o altri oggetti) insegnando al cavallo a fermarsi in mezzo.
Il cavallo così associa la zona di comodità nel centro e tenderà a volerci andare, evitando cosi che allarghi troppo i circoli e aiutandoci nell'alt.
Successivamente si può tralasciare l'alt e fare degli otto completi prima di fermarsi (sempre e comunque in mezzo).
Ed ora un po' di galoppo!
14 feb 2011
8 feb 2011
Andiam, andiam....andiamo a passeggiar!
Ora che il cavaliere e i suoi aiuti sono accettati e che le direzioni e le transizioni sono acquisite, possiamo avventurarci all'esterno della scuderia per le prime passeggiate.
È importante che le prime volte si venga accompagnati da un cavallo sicuro con un cavaliere esperto e con una buona dose di buon senso.
Ci si mette dietro al cavallo esperto e se il puledro, come oggi Diamante, vuole superare o sta troppo vicino, il cavaliere del cavallo davanti con lo stick o il frustino allontana il puledro dal sedere del proprio equino.
Il cavaliere sul puledro non deve fare nulla: piuttosto che ingaggiare una guerra di tira e molla, é meglio che il cavallo arrivi da solo alla conclusione che gli conviene stare a debita distanza da quello davanti.
Il cavallo-balia deve essere un compagno a prova di qualsiasi cosa e il suo cavaliere tranquillo.
Oggi siamo usciti con Antonella e Pannocchia. Tatino, libero, ci ha seguito fino a un punto del ritorno, in cui ha deciso che (essendo libero) poteva tornarsene a casa senza di noi....e al galoppo!
Una buona esperienza per Diamante, che ha visto l'altro allontanarsi, Pannocchia rimanere tranquillo e io, lì sopra, che le davo indicazioni.
È molto importante che al ritorno delle prime passeggiate, non si vada a dissellare ma si entri nel campo a fare qualche piccolo esercizio, in modo da non far venire al cavallo l'idea che se si torna in fretta, si finisce prima (vedi cavalli che tirano al ritorno).
È importante che le prime volte si venga accompagnati da un cavallo sicuro con un cavaliere esperto e con una buona dose di buon senso.
Ci si mette dietro al cavallo esperto e se il puledro, come oggi Diamante, vuole superare o sta troppo vicino, il cavaliere del cavallo davanti con lo stick o il frustino allontana il puledro dal sedere del proprio equino.
Il cavaliere sul puledro non deve fare nulla: piuttosto che ingaggiare una guerra di tira e molla, é meglio che il cavallo arrivi da solo alla conclusione che gli conviene stare a debita distanza da quello davanti.
Il cavallo-balia deve essere un compagno a prova di qualsiasi cosa e il suo cavaliere tranquillo.
Oggi siamo usciti con Antonella e Pannocchia. Tatino, libero, ci ha seguito fino a un punto del ritorno, in cui ha deciso che (essendo libero) poteva tornarsene a casa senza di noi....e al galoppo!
Una buona esperienza per Diamante, che ha visto l'altro allontanarsi, Pannocchia rimanere tranquillo e io, lì sopra, che le davo indicazioni.
È molto importante che al ritorno delle prime passeggiate, non si vada a dissellare ma si entri nel campo a fare qualche piccolo esercizio, in modo da non far venire al cavallo l'idea che se si torna in fretta, si finisce prima (vedi cavalli che tirano al ritorno).
4 feb 2011
Al galoppo, verso l'infinito e oltre!
Considerando che il puledro ha ben capito e acquisito la funzione delle gambe del cavaliere e che la pressione delle gambe produce nell'immediato una risposta in avanti, é ora di passare a un'ulteriore transizione, ovvero quella dal trotto al galoppo.
Nel puledro si sfrutta la perdita di equilibrio al trotto per insegnare le prime partenze al galoppo.
Dunque dal trotto, si chiede di aumentare l'andatura con la pressione delle gambe e l'ausilio dello string, finché sfruttando l'angolo del maneggio il cavallo cade nel galoppo.
In quel momento si premia, lodando il cavallo e rimettendolo al passo.
Si ripete diverse volte, persistendo con la richiesta al trotto finché il cavallo cade nel galoppo: allora si loda e si premia rimettendo al passo, accontentandoci le prime volte di poche falcate.
Nei giorni successivi si chiederà qualche falcata in più, fino a poter fare un giro completo, rimettendo il cavallo al trotto senza premiarlo fermandolo al passo (per evitare che diventi automatico fermarsi al passo dopo il galoppo).
Io con Diamante ho avuto il vantaggio di averle insegnato un comando vocale preciso e unico per il galoppo già nel lavoro da terra.
Dunque al momento del galoppo riproducendo il comando vocale che già conosceva, l'ho aiutata nella comprensione dell'esercizio, che ha eseguito piuttosto facilmente e con tranquillità!
Nel puledro si sfrutta la perdita di equilibrio al trotto per insegnare le prime partenze al galoppo.
Dunque dal trotto, si chiede di aumentare l'andatura con la pressione delle gambe e l'ausilio dello string, finché sfruttando l'angolo del maneggio il cavallo cade nel galoppo.
In quel momento si premia, lodando il cavallo e rimettendolo al passo.
Si ripete diverse volte, persistendo con la richiesta al trotto finché il cavallo cade nel galoppo: allora si loda e si premia rimettendo al passo, accontentandoci le prime volte di poche falcate.
Nei giorni successivi si chiederà qualche falcata in più, fino a poter fare un giro completo, rimettendo il cavallo al trotto senza premiarlo fermandolo al passo (per evitare che diventi automatico fermarsi al passo dopo il galoppo).
Io con Diamante ho avuto il vantaggio di averle insegnato un comando vocale preciso e unico per il galoppo già nel lavoro da terra.
Dunque al momento del galoppo riproducendo il comando vocale che già conosceva, l'ho aiutata nella comprensione dell'esercizio, che ha eseguito piuttosto facilmente e con tranquillità!
PNL : Programmazione Neurolinguistica
Il weekend del 29 e 30 gennaio si é tenuto a Un Posto Felice un corso di PNL tenuto da Luca Nardi, Master Pratictioner (primo e secondo livello di specializzazione internazionale in PNL).
Luca é anche Coach, ha conseguito la conoscenza del coaching attraverso il corso base di fondamenti di Coaching e il corso di specializzazione Team Coaching.
Durante il corso abbiamo toccato diversi aspetti, a partire dalla comunicazione e il suo impatto nelle nostre performance e quelle di chi ci sta vicino, fino a parlare degli obiettivi e del successo, come porceli e soprattutto come raggiungerli.
È incredibile il potere che ha la nostra mente sulla nostra vita e come possiamo sfruttare queste potenzialità per raggiungere la nostra felicità.
Naturalmente tutto ciò aiuta anche nel lavoro di comunicazione e di addestramento dei nostri amati equini, rendendoci consapevoli di tutto ciò che riguarda la comunicazione non verbale e il mettersi in discussione.
Per ulteriori informazioni potete visitare il suo sito: http://www.nardi51.com/
Io terrò aggiornato il blog per i prossimi corsi in programma!
Luca é anche Coach, ha conseguito la conoscenza del coaching attraverso il corso base di fondamenti di Coaching e il corso di specializzazione Team Coaching.
Durante il corso abbiamo toccato diversi aspetti, a partire dalla comunicazione e il suo impatto nelle nostre performance e quelle di chi ci sta vicino, fino a parlare degli obiettivi e del successo, come porceli e soprattutto come raggiungerli.
È incredibile il potere che ha la nostra mente sulla nostra vita e come possiamo sfruttare queste potenzialità per raggiungere la nostra felicità.
Naturalmente tutto ciò aiuta anche nel lavoro di comunicazione e di addestramento dei nostri amati equini, rendendoci consapevoli di tutto ciò che riguarda la comunicazione non verbale e il mettersi in discussione.
Per ulteriori informazioni potete visitare il suo sito: http://www.nardi51.com/
Io terrò aggiornato il blog per i prossimi corsi in programma!
In fila indiana
In una bella giornata di sole invernale, la mia Umana mi ha portato nel campo più grande a lavorare.
Questa volta però non eravamo sole, c'era un gruppo di altri cavalli del mio branco che lavoravano con i loro umani.
Abbiamo fatto tutti insieme tanti esercizi e io ho fatto qualcosa di nuovo!
La mia Umana ha voluto che saltassi un ostacolo e mi ha fatto fare dei passi laterali su un coso, che mi passava sotto la pancia al pelo ma non mi dava fastidio e poi lei sembrava sempre così contenta! Sono sempre più strani questi umani.
Poi é salita sulla mia schiena e ci siamo messi tutti in fila. Uno dopo l'altro a turno dovevamo trottare fino alla fine della fila. Io ho capito subito l'esercizio e, sebbene mi trovassi un po' spaesata quando quello davanti a me si allontanava e io non avevo più nessuno da seguire, sono stata bravissima a seguire le indicazioni della mia Umana e ci siamo divertiti tutti tantissimo.
Erano tutti molto orgogliosi di me!
Questa volta però non eravamo sole, c'era un gruppo di altri cavalli del mio branco che lavoravano con i loro umani.
Abbiamo fatto tutti insieme tanti esercizi e io ho fatto qualcosa di nuovo!
La mia Umana ha voluto che saltassi un ostacolo e mi ha fatto fare dei passi laterali su un coso, che mi passava sotto la pancia al pelo ma non mi dava fastidio e poi lei sembrava sempre così contenta! Sono sempre più strani questi umani.
Poi é salita sulla mia schiena e ci siamo messi tutti in fila. Uno dopo l'altro a turno dovevamo trottare fino alla fine della fila. Io ho capito subito l'esercizio e, sebbene mi trovassi un po' spaesata quando quello davanti a me si allontanava e io non avevo più nessuno da seguire, sono stata bravissima a seguire le indicazioni della mia Umana e ci siamo divertiti tutti tantissimo.
Erano tutti molto orgogliosi di me!
16 gen 2011
Trotta, trotta, cavallino!
L'obiettivo del lavoro da sella é ora quello di far comprendere al puledro il significato delle gambe e della direzione attraverso la pressione costante delle redini sulla capezza.
La pressione delle gambe di per sé non vuol dire ovviamente nulla per il puledro.
Associata però alla pressione ritmica dello string o dello stick, che già conosce, ecco che prende sempre più un significato chiaro: avanzare.
La direzione invece é una cosa già conosciuta tramite la conduzione da terra. Nel lavoro con due redini, il puledro deve abituarsi a sentire il contatto delle redini e a seguire la pressione costante.
Deve anche saper flettersi e fermarsi, prima sempre con flessione e poi anche sul dritto.
Semplici esercizi come un otto, dei cambiamenti di mano, delle volte piccole e man mano più grandi, fanno prendere coscienza al cavallo della gestione da parte del cavaliere della direzione.
La partenza al trotto va fatta sempre associando le gambe alla pressione ritmica.
Inizialmente si resta seduti al trotto, per non confondere il puledro con il movimento del battere la sella.
Il ritmo diventerà man mano sempre più regolare e il puledro si sentirà sempre più a suo agio anche a quest'andatura.
Bastano pochi minuti.
È importante sellare il cavallo sempre in tondino o in maneggio e non da legato per diverse volte, inizialmente.
Invece per dissellare si può pure tornare in scuderia con il cavallo sellato.
Se si dissella in maneggio, ricordarsi di farlo sempre al centro (non all'uscita e non vicino alle pareti).
7 gen 2011
Pronti, partenza....in sella!
Non contente di farmi fare gli esercizi da davanti, da destra, da sinistra, da dietro e da sotto...ora si sono inventate di farmi fare le cose anche da sopra!
Non mi preoccupo, perché capisco tutto quello che sta succedendo, non ho né ansie né dolori.
Non mi preoccupo, perché capisco tutto quello che sta succedendo, non ho né ansie né dolori.
Ultimo passaggio di preparazione prima di salire per la prima volta in sella é la desensibilizzazione alla presenza delle gambe del cavaliere e l'inizio dell'impostazione del codice "pressione delle gambe = avanzare".
Per fare ciò si può utilizzare la corda da sette metri (la stessa usata per desensibilizzare al sottopancia), girata intorno al torace ma in posizione posteriore (anche fino alla grassella), sempre facendo scorrere la corda nell'anello verso l'alto.
Si chiede al cavallo di camminare in circolo intorno a noi con la corda morbida, poi si tende la corda creando una pressione intorno al torace del cavallo.
È importante farlo in un luogo chiuso, meglio un tondino, per essere il più chiari possibile: il cavallo si bloccherà o inizierà a sgroppare e smontonare ma la pressione smetterà solamente nel momento in cui il cavallo avanzerà.
Il tempismo in questo passaggio é fondamentale, lo scopo non é far sgroppare il cavallo ma fargli capire due cose essenziali:
- la pressione sul torace non é pericolosa
- la pressione viene premiata col movimento in avanti e non sgroppando o bloccandosi
La corda che passa nell'anello é immediata nel rilasciare la pressione, dunque molto chiara nell'insegnamento.
Diamante ha dato due o tre smontonate ma ha capito subito che la richiesta era di avanzare. Dimostrazione che la richiesta é stata chiara e semplice da apprendere.
Una volta messa la sella e stretto il sottopancia (i passaggi sono stati descritti nell'altro post), si abbassano le staffe desensibilizzando sia al rumore che alla presenza, intervallando sempre i passaggi con qualche giro di passo.
Poi si inizia a avvicinarsi ripetutamente al cavallo nella zona della sella con le braccia alzate e appoggiandosi al fianco, se il cavallo si muove si danno delle piccole pacche con la mano sulla sella, sul collo e sulla groppa finché non si ferma, per creare una sorta di movimento-scomodità che cessa solo quando il cavallo sta fermo.
Si mette il piede nella staffa e si saltella, se il cavallo si muove idem come sopra.
Quando il cavallo sta ben fermo, si prende una scaletta o uno sgabello (non si puo salire già dalla staffa, squilibrare il puledro e pretendere pure che stia fermo!) e dal rialzo si inizia a mettere un po di peso nella staffa. Se sta fermo si premia subito scendendo, altrimenti idem come sopra e si ripete.
Poi ci si appoggia con tutto il corpo sulla sella e si scende. Se tutto va bene, si ripete mettendo una gamba sulla groppa. Se ancora tutto é andato bene, si può scavalcare sedendosi delicatamente e poi si scende.
Si ripete poi tutto e si resta seduti in sella.
La lunghina non si lega come doppia redine, ma resta legata normalmente! È molto più sicuro montare a una redine sola, senza stick né frustini.
Ora é importante capire che il puledro non sa assolutamente ancora partire col comando delle gambe e non é il momento adatto per insegnarglielo.
L'importante in questo momento é che il puledro capisca che si può muovere con noi sopra senza problemi.
Dunque stimoliamo il cavallo a muovere qualche passo semplicemente aprendo la mano che tiene la lunghina, girando il collo e spostando l'equilibrio: il cavallo fa qualche passo per riequilibrarsi, si ferma e lo premiamo molto. Ripetiamo così tutte le volte necessarie, finché non capisce che può camminare ed é più facile farlo sul dritto.
Le prime volte é importante fare tutto da un lato solo (noi abbiamo fatto da sinistra) per non confondere e creare problemi.
Dunque nel tondino o nel maneggio si fa prendere confidenza al puledro nel camminare con noi sopra liberamente, poi si inizia a chiedere qualche cambiamento di direzione a sinistra e portando la mano che tiene la lunghina all'altezza della coscia si chiede la flessione a sinistra per fermare il cavallo (cosa che gli é già stata insegnata e confermata nel lavoro di conduzione!).
Chiedere sempre la flessione quando ci si ferma.
Ricordarsi che qualsiasi cosa succeda, il "freno a mano" é la flessione. Ecco l'importanza di montare i puledri sempre con una redine sola.
Un buon vantaggio può essere anche l'aver insegnato comandi vocali al puledro per avanzare e fermarsi.
Questo é proprio il momento in cui tutto il lavoro precedente si fa sentire ed é da sfruttare!
Il tempo impiegato per la preparazione, fa guadagnare tempo e fiducia ed é un ottimo investimento per tutto il futuro del cavallo.
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