31 gen 2012

Galoppo: dalla teoria alla pratica

Come disse una volta il grande maestro Nuno Oliveira, "é necessario montare molto senza lasciare che i libri prendano la polvere".

Concentriamoci su qualche definizione teorica per poi passare alla parte pratica.

Il galoppo é un'andatura saltata, basculata, non simmetrica, in tre tempi.
Gli arti impiegati sono i seguenti: posteriore - bipede diagonale opposto - anteriore - tempo di sospensione

Le partenze al galoppo possono essere di due tipi: per perdita di equilibrio e per presa di equilibrio.
Ci basiamo sul libro "Una certa idea di dressage" di Philippe Karl per dare una definizione corretta.

La partenza per perdita di equilibrio avviene DAL TROTTO, il cavallo "cade" nel galoppo: avviene una rottura di equilibrio verso le spalle per l'accelerazione dell'andatura. Nel dettaglio, si ha per esempio al galoppo sinistro una dissociazione e apertura del diagonale sinistro in virtù dell'anticipazione dell'anteriore sinistro. (partenza dalle spalle)

La partenza per presa di equilibrio avviene DAL PASSO, il cavallo si mette più in equilibrio. Nel dettaglio, dal passo il galoppo sinistro nasce dal costituirsi di una base diagonale destra raccorciata, dovuta all'anticipazione dell'appoggio del posteriore sinistro. (partenza dalle anche)

Il cavallo favorirà la partenza al galoppo su un determinato piede, ad esempio il destro, con aiuti che:
- ostacolino il laterale sinistro
- liberino e stimolino il laterale destro

Se necessario si porta il cavallo ad avere una postura obliqua, che porti il laterale destro davanti al laterale sinistro: questo non va fatto traversando le anche ma spostando le spalle! (vedi controcambiamento diagonale)

La partenza dal trotto nel circolo é la più facile perché spontaneamente il cavallo parte correttamente. Gli aiuti da utilizzare nella partenza nel circolo (per esempio a destra) sono:
- flessione destra e redine d'appoggio destra per spingere le spalle a sinistra
- assetto sovraccaricato a sinistra
- gamba sinistra arretrata

Il controcambiamento diagonale serve per insegnare gli aiuti per partire al galoppo su un determinato piede.
Consiste in una linea spezzata, il cavallo lascia la pista andando verso il centro del maneggio per qualche falcata, poi torna sulla pista.
Quando il cavallo si trova obliquo verso la pista e le spalle sono ben spostate rispetto alle anche, il cavaliere può chiedere il galoppo con gli aiuti corretti. Il cavallo si trova nella situazione ideale per la partenza al galoppo sul piede giusto.

Inizialmente la linea spezzata sarà molto marcata, mano a mano si ridurrà fino a poter fare le partenze sul piede corretto anche in linea dritta.

Nei prossimi due video si vedranno delle partenze al galoppo sfruttando il controcambiamento diagonale.



15 gen 2012

Vita sociale

Durante questi due mesi di permanenza "scolastica" a Un Posto Felice, io e Diamante ne abbiamo approfittato per fare un po' di esperienze diverse dal solito.

L'anno é iniziato nel migliore dei modi con l'ormai abituale passeggiata di gruppo in baraggia:



Abbiamo poi partecipato alla produzione di un video per una canzone intitolata "Il mistero di un re", ambientata nel Medioevo, che narra la storia di un Re tradito dalla sua Regina con il suo Primo cavaliere.
Io e Diamante siamo nel gruppo dei fedeli del Primo cavaliere (che non fa una bellissima fine ma tant'é....).
Diamante si é comportata benissimo, stando ferma e brava durante il finto combattimento, trottando tranquilla insieme agli altri e ripetendo senza problemi le scene quando necessario, nonostante strani travestimenti.


Qui potete ascoltare la canzone, ideata e interpretata dall'Orchestra di Raf Benzoni e vedere il video ideato e prodotto dalla Quadrifoglio Video:


Non possono mancare i primi abbozzi di saltini:



E soprattutto non può mancare la benedizione degli animali e dei macchinari agricoli! Un'oretta a cavallo tra baraggia e paesi per raggiungere la piazza di Verrone, dove dopo la Messa il parroco ha dato la sua benedizione.
Diamante si é comportata coraggiosamente in luoghi sconosciuti, ha aspettato pazientemente la fine della Messa facendosi coccolare dai passanti, non ha avuto il minimo timore della sfilata di trattori che ci sono passati di fianco ed é tornata tranquillamente fino a casa, senza badare alle paure e ai piccoli capricci di alcuni compagni di avventura.



Posso dirmi orgogliosa della mia cavalla e anche un po' del nostro lavoro!

11 gen 2012

Sì...viaggiare

Ci sono molti motivi per cui un cavallo deve salire su un camion o un rimorchio e affrontare un viaggio: una gara, un corso, una vacanza o una ben più importante visita veterinaria.

Obiettivamente i requisiti essenziali per un buon trasporto si possono riassumere nei seguenti due punti:

- il cavallo deve salire su qualsiasi tipo di rimorchio, in qualsiasi situazione e qualsiasi momento, senza alcun indugio
- il cavallo deve viaggiare tranquillo, mangiando e riposando

L'importanza di questi fattori si capisce bene soprattutto quando, come nel mio caso, si viaggia da soli. Qualsiasi cosa dovesse succedere durante il viaggio il cavallo deve essere in grado sia di restare tranquillo per lungo tempo nel rimorchio, sia di scendere e risalire senza creare problemi anche in mezzo a una strada.

Faccio una breve lista delle regole importanti per trasportare un cavallo:

- Una volta salito sul rimorchio/camion, il cavallo NON va legato finché la sbarra posteriore/sponda laterale non é chiusa e fissata; una volta fatto si può legare il cavallo e chiudere la sponda posteriore del mezzo di trasporto.
- Il cavallo va legato a una lunghezza che gli permetta di equilibrarsi e di mangiare il fieno dalla rete o dal sacco, ma non abbastanza lungo da poter girare il collo e eventualmente tentare di girarsi del tutto o saltare sopra la sponda laterale.
- attenzione alla rete del fieno: mano a mano che si svuota, si allunga e può arrivare all'altezza delle gambe. Se il cavallo raspa alto, può incastrarsi lo zoccolo nella rete e creare panico. È buona abitudine passare la corda di fissaggio attraverso l' anello del trailer e poi in una maglia del fondo della rete, in seguito legarla normalmente all'anello.
- All'arrivo, ricordarsi sempre di slegare PRIMA il cavallo e POI aprire la sbarra/sponda, altrimenti il cavallo può tentare di scendere ma sentendosi legato, può andare in panico e creare molti danni.
- per quello che riguarda la guida, é importante evitare accelerate e frenate brusche, prendere le curve morbide e larghe (ricordarsi che il rimorchio gira più internamente dell'auto) e soprattutto PREVEDERE il più possibile le situazioni.


Ora passiamo alla parte più delicata della questione, ovvero COME insegnare al nostro puledro a salire sul rimorchio e ad affrontare un viaggio.

Ci sono molte possibilità, partendo dal metodo "Pollicino" ("catturare" il cavallo nel rimorchio invitandolo a salire con il cibo) arrivando fino al metodo "Salame" (un insieme di incordamenti da uomo ragno per costringere il cavallo a salire). Per non parlare del metodo dello "Scopettone", un vero classico del genere.
Ultimamente ho notato nelle mie frequentazioni una tendenza a usufruire di tranquillanti per stordire il cavallo nella speranza di inibire ogni volontà e indurlo a salire tra uno sballonzolamento e l'altro.

Io ho scelto di approfittare di ciò che ho insegnato a Diamante nell'ultimo anno, ovvero la risposta alle pressioni costanti e ritmiche e il concetto di comodità-scomodità (che nel nostro caso si traduce sempre nel concetto di riposo-lavoro).

Ho diviso il lavoro in due parti. Nella prima parte ho insegnato a Diamante a salire sul rimorchio su richiesta. Nella seconda parte, le ho fatto capire che dentro al rimorchio si sta tranquilli ed é un buon posto per riposare.

Il materiale che ho utilizzato é stato una corda robusta e lunga (10 metri), lo stick e un rimorchio robusto e con alcune modifiche utili, come ad esempio un'asola nella barra anteriore in cui far passare la corda, per evitare che questa si possa incastrare ai lati.

N.B.: il rimorchio va SEMPRE attaccato alla macchina quando si carica il cavallo!! Altrimenti si ribalta e addio belle esperienze!!

Gli esercizi di preparazione per questo lavoro riguardano le strettoie, di cui avevamo parlato qui: strettoia e pedana


Dopo aver esercitato la strettoia sulla pedana, si può fare lo stesso lavoro con il trailer (strettoia laterale) e facendo salire il cavallo sulla sponda del rimorchio (strettoia verticale).
(VIDEO IN PREPARAZIONE)

È ora il momento di far salire il cavallo sul rimorchio. Ho visto molte volte utilizzare già in questa fase il concetto di comodità e scomodità, facendo lavorare il cavallo intorno al rimorchio e invitandolo a salire, premiando inizialmente appena mette un piede sulla pedana, poi richiedendo sempre di più (due piedi, i 4 piedi, salire a metà, salire del tutto).
Noi abbiamo optato invece per l'utilizzo della pressione costante. Abbiamo legato alla capezza una corda molto lunga (10 metri) e l'abbiamo fatta passare nell'asola della barra anteriore del rimorchio. Abbiamo quindi chiesto a Diamante di salire tendendo la corda (mantenendo quindi la direzione all'interno del rimorchio) e chiedendo l'invio con pressione ritmica dello stick: entrambe azioni già conosciute e confermate. Così facendo, il cavallo sente aumentare la pressione sulla capezza se tira indietro e la sente rilasciare se cammina in avanti. Si trova cioè in una situazione conosciuta e in cui può riflettere.
L'altra opzione di comodità-scomodità ha lo svantaggio di alzare molto le emozioni e non tutti i cavalli né tutte le persone sono in grado di gestire la situazione.

Inizialmente il cavallo oppone ovviamente resistenza, la corda lunga e l'asola aiutano a mantenere la pressione e la direzione molto chiaramente, lo stick continua a chiedere al cavallo di avanzare. A ogni passo la corda si allenta e poi richiede subito di avanzare. Il cavallo segue la pressione e sale sul rimorchio. Subito si premia moltissimo e si chiede al cavallo di scendere.

Primo video: in preparazione

Secondo video:


Si ripete diverse volte, anche in momenti diversi della giornata o in giornate diverse. Quando si é sicuri che l'esercizio é acquisito, si passa alla corda normale e si chiede al cavallo di salire con un invio senza pressione costante sulla capezza. Si premia molto e si chiede subito di scendere.



Ora che Diamante ha capito che deve salire, possiamo passare alla seconda fase, ovvero farle capire che stare nel rimorchio é garanzia di pace e tranquillità: scendere di sua volontà le é permesso, ma significa dover lavorare.
È importante che il cavallo abbia SEMPRE la possibilità di scendere quando vuole, non deve avere l'impressione di salire e venire rinchiuso (vedi le corse al "chiudi la spondaaa!") e di non sapere se mai uscirà da quel buco claustrofobico....(grazie Michi! ;-) )
Mettiamo però il cavallo davanti a una decisione: se resto sul rimorchio mangio e riposo, se scendo devo lavorare. Trotto in circolo, passi laterali, disimpegno del posteriore e chi più ne ha più ne metta. In campo si lavora, sul rimorchio si riposa.
Bisogna anche mettere ben in chiaro la differenza tra "decidere di scendere" e "mi richiedono di scendere". La prima ha come conseguenza il lavoro, la seconda il premio.




Come sempre ricordo che questi esercizi vanno interpretati ricordando che si tratta di Diamante e dell'addestramento che ha ricevuto. Non avrebbe alcun senso tentare di far salire un cavallo riottoso con una corda passata all'interno del rimorchio se questo non ha mai appreso a seguire le pressioni costanti, né tentare di far capire al cavallo che nel rimorchio si riposa se non ha mai conosciuto il concetto di comodità e scomodità legato al lavoro e al riposo.

2 gen 2012

La controflessione

Insegnando al cavallo a flettersi sulla linea dritta, gli insegnamo anche a gestire l'equilibrio tra le due spalle, aiutandolo se necessario con la redine d'appoggio, ovvero spostando entrambe le mani orizzontalmente e con un gesto rapido dal lato in cui vogliamo rimetta il peso sulla spalla.

Questo si fa anche nel caso il cavallo storti la groppa, poiché idealmente bisogna portare "le spalle davanti alle anche" e non viceversa. Lo spiega bene Etienne Beaudant nella sua opera Exterieur et Haute Ecole, di cui riporto una parte di testo tradotta da un amico:
"Avere il cavallo allineato di spalle e di anche è la difficoltà più grande dell' equitazione. Per superare questa difficoltà si agisce solitamente contro la logica. Per raddrizzare un cavallo, non bisogna agire direttamente sulle anche, ma sulle spalle. Se traversa le anche a sinistra è tramite la redine d'appoggio destra che è possibile farle venire verso destra. L' uso della gamba del lato verso il quale le anche si traversano non è pratico, in oltre, quando la gamba cessa di agire le anche tornano a traversarsi. La redine d' appoggio, al contrario, si impiega facilmente e garantisce un successo certo.
La ragione è molto semplice: Le anche di traverso sono l' effetto di una scorretta ripartizione dei pesi sulle spalle. Se, invece di sforzarsi a correggere l' effetto, si distrugge la causa del problema, l'effetto sparisce e il cavallo si raddrizza."

 L'esercizio successivo serve per prendere ancora più controllo dell'equilibrio tra le spalle da parte del cavaliere ed é la controflessione.
Si chiede al cavallo di mantenere una flessione opposta alla direzione in cui sta andando: in questo modo il cavallo dovrà portare il peso sulla spalla opposta a quella in cui per logica sarebbe portato a metterlo.
Il cavallo impara così a variare l'equilibrio e aumentare la flessibilità. Il cavaliere ha da parte sua maggiore controllo sulle spalle e un ottimo esercizio da inserire nel programma per variare il lavoro di ginnastica.

Per insegnare al cavallo la controflessione, si parte facendo dei piccoli controcambiamenti diagonali, ovvero si esce di qualche falcata dalla pista mantenendo la flessione  e si rientra sulla pista sempre con la stessa flessione, usando la redine d'appoggio con entrambe le mani che agiscono orizzontalmente.
In seguito si potrà proporre la controflessione in un circolo, prima al passo, poi al trotto e infine anche al galoppo.
L'importante é mantenere un contatto corretto (il cavallo é decontratto e dà la bocca), chiedere una leggera controflessione e sentire che il peso viene spostato correttamente sull'altra spalla.

In queste fasi di lavoro alterniamo sempre le flessioni e controflessioni con momenti di lavoro in avanti e in estensione, per non perdere né attività né un corretto contatto con la mano e per mantenere l'abitudine ai cambiamenti di postura e equilibrio.