18 dic 2011
9 dic 2011
Le flessioni e le spalle
Il lavoro con l'imboccatura procede e il puledro prende sempre più confidenza con questo nuovo strumento.
È importante ora curare molto i dettagli nel lavoro sia da terra che da sella: bisogna educare la bocca del cavallo a rispondere correttamente alla richiesta, é necessaria molta coerenza e molta pazienza nel ripetere piccoli esercizi esigendo sempre una risposta ottimale.
Se per esempio Diamante alla richiesta di decontrarre la bocca rispondesse solo timidamente o non rispondesse affatto, dovrei persistere nella richiesta SENZA AUMENTARE e SENZA VIBRAZIONI per vincere queste resistenze di forza.
Se la resistenza fosse di peso (strattonare verso il basso, pesare sulla mano), dovrei correggere con una mezza fermata o la vibrazione dell'imboccatura.
Questo deve succedere sia da terra che da sella e in qualsiasi momento io chieda alla cavalla di decontrarre la bocca, anche durante un altro esercizio.
L'obiettivo ora non é un esercizio perfetto, ma una risposta corretta della bocca alla richiesta della mano.
Con questo presupposto, si può iniziare a lavorare sul controllo dell'equilibrio tra le spalle tramite le flessioni dell'incollatura, anche da sella.
Il problema principale che si presenta é che il puledro é naturalmente portato a andare nella direzione del suo naso. Dunque con una flessione a sinistra, tenderà a girare verso sinistra, mettendo il peso sulla spalla interna alla flessione.
Se vogliamo che il cavallo cammini dritto lungo la pista mantenendo una flessione dell'incollatura, dovremo fare in modo che lui sposti il suo peso sulla spalla esterna alla flessione e trovi l'equilibrio adatto tra le due spalle.
Da terra lo aiutiamo con azioni verso l'alto sull'anello interno del filetto e un buon contatto con la redine esterna; in caso di difficoltà possiamo aiutarci con la mano che tiene la redine esterna, spingendo leggermente sulla spalla.
Piccola precisazione: quest'ultimo "trucchetto" può funzionare se il cavallo ha precedentemente imparato a rispondere alla pressione costante e ritmica, altrimenti avremo un riflesso di opposizione e spingerà ancora di più contro di noi.
Da sella aiutiamo il cavallo con un azione delle mani verso l'alto e parallela orizzontale verso l'esterno con entrambe le mani, con un gesto rapido seguito subito da una discesa di mano.
Idealmente é come se volessimo "spingere" il cavallo all'esterno.
È importante mantenere la flessione dell'incollatura mentre si fanno queste correzioni, altrimenti non otterremo il risultato voluto e appena si riprenderà la flessione il cavallo tornerà a proporre lo stesso errore.
La flessione non deve essere accentuata, é più importante che il cavallo sia decontratto e si abbia la netta sensazione di poter gestire l'equilibrio tra le spalle.
Inizialmente si ha una sensazione di forte instabilità, perché il cavallo deve trovare la giusta via di mezzo: si passerà dal correggere il troppo peso sulla spalla interna (cavallo che vuole girare) al correggere il peso sulla spalla esterna (cavallo che si butta contro la parete).
L'importante é premiare subito i momenti in cui il cavallo riesce a essere in equilibrio durante la flessione con un grande circolo in estensione dell'incollatura, riprendendo la flessione appena tornati sulla pista.
Così uniamo il dilettevole (il premio) all'utile (il cambiamento di atteggiamento dell'incollatura seguendo le indicazioni della mano).
Si nota in modo molto netto, a questo punto del lavoro, come la flessione sia diversa da un lato all'altro: dal lato di flessione naturale si nota una posizione migliore, una grande facilità ma anche maggior propensione alle discussioni; dall'altro lato é evidente la difficoltà e la posizione diversa, ma maggiore stabilità una volta ottenuta la decontrazione.
Un'altra questione interessante che ho appreso durante queste ultime lezioni é come l'atteggiamento del cavallo e la sua postura siano strettamente correlati, in entrambi i sensi.
Se il cavallo é agitato, presenterà la tipica postura con incollatura alta: se riusciamo a fargliela abbassare (ci sono diversi esercizi e sistemi, non coercitivi ovviamente), in breve tempo vedremo un considerevole rilassamento.
La cosa funziona però anche all'opposto: se vogliamo insegnare al puledro a decontrarre la bocca in una posizione di incollatura più alta, potremmo notare che questa nuova posizione tende a innervosirlo e a metterlo "sul chi vive".
È più che normale e con le opportune ripetizioni il cavallo imparerà a scindere le due cose.
Può succedere anche a livelli più avanzati quando si introduce il lavoro di riunione, creando uno stato di eccitazione tipico di queste posture (pensate ai cavalli che fanno "i matti" al paddock).
È importante ora curare molto i dettagli nel lavoro sia da terra che da sella: bisogna educare la bocca del cavallo a rispondere correttamente alla richiesta, é necessaria molta coerenza e molta pazienza nel ripetere piccoli esercizi esigendo sempre una risposta ottimale.
Se per esempio Diamante alla richiesta di decontrarre la bocca rispondesse solo timidamente o non rispondesse affatto, dovrei persistere nella richiesta SENZA AUMENTARE e SENZA VIBRAZIONI per vincere queste resistenze di forza.
Se la resistenza fosse di peso (strattonare verso il basso, pesare sulla mano), dovrei correggere con una mezza fermata o la vibrazione dell'imboccatura.
Questo deve succedere sia da terra che da sella e in qualsiasi momento io chieda alla cavalla di decontrarre la bocca, anche durante un altro esercizio.
L'obiettivo ora non é un esercizio perfetto, ma una risposta corretta della bocca alla richiesta della mano.
Con questo presupposto, si può iniziare a lavorare sul controllo dell'equilibrio tra le spalle tramite le flessioni dell'incollatura, anche da sella.
Il problema principale che si presenta é che il puledro é naturalmente portato a andare nella direzione del suo naso. Dunque con una flessione a sinistra, tenderà a girare verso sinistra, mettendo il peso sulla spalla interna alla flessione.
Se vogliamo che il cavallo cammini dritto lungo la pista mantenendo una flessione dell'incollatura, dovremo fare in modo che lui sposti il suo peso sulla spalla esterna alla flessione e trovi l'equilibrio adatto tra le due spalle.
Da terra lo aiutiamo con azioni verso l'alto sull'anello interno del filetto e un buon contatto con la redine esterna; in caso di difficoltà possiamo aiutarci con la mano che tiene la redine esterna, spingendo leggermente sulla spalla.
Piccola precisazione: quest'ultimo "trucchetto" può funzionare se il cavallo ha precedentemente imparato a rispondere alla pressione costante e ritmica, altrimenti avremo un riflesso di opposizione e spingerà ancora di più contro di noi.
Da sella aiutiamo il cavallo con un azione delle mani verso l'alto e parallela orizzontale verso l'esterno con entrambe le mani, con un gesto rapido seguito subito da una discesa di mano.
Idealmente é come se volessimo "spingere" il cavallo all'esterno.
È importante mantenere la flessione dell'incollatura mentre si fanno queste correzioni, altrimenti non otterremo il risultato voluto e appena si riprenderà la flessione il cavallo tornerà a proporre lo stesso errore.
La flessione non deve essere accentuata, é più importante che il cavallo sia decontratto e si abbia la netta sensazione di poter gestire l'equilibrio tra le spalle.
Inizialmente si ha una sensazione di forte instabilità, perché il cavallo deve trovare la giusta via di mezzo: si passerà dal correggere il troppo peso sulla spalla interna (cavallo che vuole girare) al correggere il peso sulla spalla esterna (cavallo che si butta contro la parete).
L'importante é premiare subito i momenti in cui il cavallo riesce a essere in equilibrio durante la flessione con un grande circolo in estensione dell'incollatura, riprendendo la flessione appena tornati sulla pista.
Così uniamo il dilettevole (il premio) all'utile (il cambiamento di atteggiamento dell'incollatura seguendo le indicazioni della mano).
Si nota in modo molto netto, a questo punto del lavoro, come la flessione sia diversa da un lato all'altro: dal lato di flessione naturale si nota una posizione migliore, una grande facilità ma anche maggior propensione alle discussioni; dall'altro lato é evidente la difficoltà e la posizione diversa, ma maggiore stabilità una volta ottenuta la decontrazione.
Un'altra questione interessante che ho appreso durante queste ultime lezioni é come l'atteggiamento del cavallo e la sua postura siano strettamente correlati, in entrambi i sensi.
Se il cavallo é agitato, presenterà la tipica postura con incollatura alta: se riusciamo a fargliela abbassare (ci sono diversi esercizi e sistemi, non coercitivi ovviamente), in breve tempo vedremo un considerevole rilassamento.
La cosa funziona però anche all'opposto: se vogliamo insegnare al puledro a decontrarre la bocca in una posizione di incollatura più alta, potremmo notare che questa nuova posizione tende a innervosirlo e a metterlo "sul chi vive".
È più che normale e con le opportune ripetizioni il cavallo imparerà a scindere le due cose.
Può succedere anche a livelli più avanzati quando si introduce il lavoro di riunione, creando uno stato di eccitazione tipico di queste posture (pensate ai cavalli che fanno "i matti" al paddock).
4 dic 2011
Gambe sì? Gambe no?
Pubblico nel blog una nota che merita di essere letta e su cui sarebbe bene riflettere, scritta da Massimo, un'amico appassionato cavaliere.
È una traduzione dal testo “Addestramento metodico del cavallo da sella, dagli ultimi insegnamenti di Baucher, raccolti da un suo allievo” di Faverot de Kerbrech.
Il blog di Massimo é Breve Blog Equestre , visitatelo!
Il blog di Massimo é Breve Blog Equestre , visitatelo!
Riporto qua la traduzione di estratti del testo di cui parlavo con un
amico (sperando di far cosa gradita) a proposito della scelta di
utilizzare o meno le gambe in certi momenti dell'addestramento del
cavallo.
Per scongiurare la possibilità di pensare che le gambe
non si usino per niente (che non è vero) va fatto notare solo questo: e
cioè che in questi estratti si sconsiglia l'uso delle gambe come correttivo di un errore di rettitudine del cavallo. L'autore insomma individua delle situazioni in cui comunemente chiunque le userebbe e mette in guardia sul fatto che in quella circostanza
è sostanzialmente fatica inutile. Promuove invece, per correggere
l'asimmetria innata di ciascun cavallo, come prima cosa un lavoro più
metodico sulle spalle fatto usando le mani.
Sono solamente alcuni
paragrafi presi a campione, non escludo che leggendo con calma se ne
possano trovare altri. Ovviamente di altrettanti se ne trovano a favore
dell'uso delle gambe, ma come ho già detto mai, soprattutto all'inizio
dell'addestramento, con lo scopo di correggere l'errore di rettitudine
naturale che ciascun cavallo presenta a vari gradi.
Il motivo non
scritto di questa decisione ma che appare ovvio a chi ha un minimo di
esperienza è chiaro: preservare il potenziale delle gambe per usarle con
più efficacia solamente al momento giusto, quando veramente servono.
Raddrizzare un cavallo
Il
mezzo più semplice e più pratico per arrivarci consiste nell’insegnare
al cavallo a prendere facilmente, su richiesta del cavaliere, il piego
inverso.
E’ quindi rendendo le due “incurvazioni” ugualmente
facili, sia a destra sia a sinistra, che si riesce a raddrizzare un
animale che ha la tendenza a piegarsi solo da una parte.
Ma tali incurvazioni devono essere ottenute soltanto con la mano, con il cavallo leggero e con la testa piazzata. Bisogna cercare di non aiutarsi con le gambe,
di non impiegare, per esempio, l’effetto diagonale, che agisce sul
treno posteriore e lo sposta, visto che spesso questo ritorna nella
primitiva posizione non appena cessa l’azione della gamba opposta, cosa
che comporterebbe quindi un lavoro senza via d’uscita.
Per
riassumere, non si tratta qui di mobilizzare la groppa attorno al treno
anteriore, ma è la traslazione del peso di una spalla verso l’altra,
prodotta grazie alla redine d’appoggio, che ha come conseguenza quella
di piegare leggermente il cavallo in senso inverso alla sua inclinazione
naturale.
Così, anche se sembra che il cavallo abbia le anche e
la punta del naso spinte dal lato opposto, in realtà sono soltanto le
spalle che, cedendo all’azione della mano, si sono un po' piegate nel
senso in cui è stato fatto “cadere” il peso dell’incollatura.
E’
inutile dire che questo metodo, suggerito per lottare contro la tendenza
particolare di un cavallo a prendere un piego vizioso, non esime
dall’attenzione costante che deve avere il cavaliere di posizionare e
mantenere il proprio allievo, malgrado le esigenze dell’addestramento,
ben dritto di spalle e di anche, ad ogni andatura, da fermo, o mentre
rincula.
(...)
Ogni volta che il cavallo si mette un minimo di traverso, fermarlo. Piazzarlo perfettamente diritto, soprattutto di spalle, poi avanzare di nuovo.
(...)
Metodi per mettere dritto un cavallo
All'inizio
della preparazione, appena l’animale si mette un po' di traverso
(...) se porta in avanti la groppa, per esempio a destra nel galoppo a
destra, bisogna, quando la mascella cede ed è morbida, appoggiare
leggermente la redine sinistra sull’incollatura per rigettare il peso
del treno anteriore sulla spalla destra, in questo modo le anche si
spostano a sinistra e la punta del naso si porta da questo stesso
lato. In una parola, si corregge un piego dando all’animale, con un
effetto delicato, il piego contrario. Ma bisogna evitare di servirsi delle gambe.
(...)
Come si arriva al piaffer
(...)
quando, nel piaffer, il cavallo mette la groppa di traverso, è sempre
perché oppone una resistenza di forze alla mano. La groppa di traverso
ne è l’effetto. La causa è la resistenza di forze.
22 nov 2011
Un "classico" inizio
Ripetiamo ancora una volta che il lavoro con l'imboccatura ha lo scopo di ginnasticare il cavallo, chiedendo diversi atteggiamenti e posture dell'incollatura nella decontrazione, per ottenere sempre più un cavallo flessibile, leggero e in equilibrio.
Iniziamo chiedendo al cavallo la decontrazione su richiesta, ponendoci davanti a lui e prendendo gli anelli del filetto con i pollici da entrambi i lati, agendo verso l'alto, in modo da stimolare le commessure labiali finché si ottiene una buona decontrazione.
Da questa posizione, una volta decontratta la bocca, si richiedono le prime flessioni dell'incollatura.
Anche nella flessione, si chiede al cavallo di decontrarre la bocca.
In seguito si chiede la stessa cosa mettendosi lateralmente al cavallo, redine esterna nella mano vicino al sottopancia e indice dell'altra mano nell'anello del filetto.
La flessione va richiesta dal lato opposto a noi, senza perdere il contatto con la redine esterna. Fatta così, la richiesta risulta più semplice per il cavallo.
Il prossimo passaggio é lavorare da terra in movimento. Per fare questo, é importante insegnare al cavallo come reagire alle varie richieste del frustino: avanzare o spostare le anche.
Dopo la classica desensibilizzazione (il cavallo NON deve avere paura del frustino! È solo uno dei tanti strumenti che il cavaliere utilizza per dare informazioni) si chiede al cavallo con stimoli crescenti di avanzare, finché non basterà un primo leggero tocco per avere la risposta voluta.
(Diamante alla vista del frustino alzato porta le anche verso Antonella, perché le ho insegnato a avvicinarsi a un rialzo quando devo salire in sella, con quel segnale)
Ora possiamo lavorare sul contatto in movimento: inizialmente esercitiamo le transizioni passo-alt-passo, chiedendo al cavallo di dare la bocca e non forzare la mano, chiedendo l'alt alzando quanto basta l'incollatura (lo spostamento di peso determina già la fermata).
Quando la richiesta é chiara e il cavallo cammina tranquillo senza forzare il contatto, possiamo cominciare a chiedere le prime leggere flessioni, prima nell'alt verso di noi e poi al passo.
La prima reazione del cavallo alla richiesta di flessione é di girare, mettendo il peso sulla spalla interna, soprattutto dal lato della flessione naturale. Si corregge questa tendenza, alzando leggermente l'incollatura e eventualmente aiutandosi con la mano della redine esterna, che agisce con brevi pressioni sulla spalla interna.
È importante inizialmente non chiedere troppa flessione, per lasciare la possibilità al cavallo di capire l'esercizio e trovare la stabilità nel contatto, oltre che l'equilibrio tra le due spalle.
Un altro importante esercizio per il contatto e la posizione dell'incollatura é Azione-reazione, ovvero la presa di contatto su entrambi i lati della bocca, che invitano il cavallo a estendere l'incollatura seguendo e mantenendo il contatto con la mano.
Questo si ottiene da terra passando la redine esterna sopra la nuca e agendo con le due mani una verso l'altra, come se si volessero unire. Alla risposta verso il basso, segue la fine della richiesta ma senza lasciare tutto, é importante mantenere il contatto ottenuto, per far capire chiaramente al cavallo che é quello ciò che vogliamo.
Stessa cosa si richiede al passo:
La stessa logica progressione degli esercizi si esegue anche da sella. Il cavallo si trova più a suo agio ed é più facilitato alla comprensione, se anche da sella gli proponiamo la stessa sequenza di richieste che abbiamo appena fatto da terra.
Prime richieste, come da terra, sono di dare la bocca al contatto e flettere l'incollatura, mantenendo la decontrazione, nell'alt.
Al passo, prima delle flessioni, é bene esercitare le transizioni, finché non diventa abitudine per il cavallo decontrarre la bocca alle richieste della mano.
Le flessioni da sella al passo saranno da inserire quando da terra il cavallo le eseguirà senza indugi. Per il momento é più utile chiarire le richieste nell'alt.
Sempre come esercizio per il contatto, per insegnare al cavallo a seguire le richieste della mano, si chiede l'estensione dell'incollatura nelle varie andature mediante azione-reazione, con le mani che si portano a ugual misura verso l'alto e all'infuori. L'importante é che il cavallo segua il contatto e tenda le redini allungando l'incollatura ma senza pesare sulla mano.
Come nel post precendente e in molti altri, questi sono video in cui gli esercizi sono proposti a Diamante per la prima volta. I motivi principali di questa scelta sono due:
- prima di tutto, questo é il mio diario e sono bei ricordi
- lo trovo più utile per farsi un'idea realistica di cosa sia un puledro e il suo addestramento, poter vedere l'evoluzione dal principio e non solo belle immagini a cose fatte.
21 ott 2011
Il puledro e l'imboccatura
Ogni volta che arriva questa Umana qui, me ne combinano delle belle.
L'approccio con l'imboccatura:
Primo contatto con l'imboccatura:
Altri esercizi sul contatto:
Prime direzioni:
L'approccio con l'imboccatura:
Primo contatto con l'imboccatura:
Altri esercizi sul contatto:
Altri esercizi sulle direzioni (con me):
In sella:
Al trotto:
Credo che i video si commentino e spieghino da sé, a me non resta che ringraziare come al solito la cara Antonella per il lavoro e le spiegazioni, Laura e Uta per il supporto tecnico e mio fratello per il supporto tecnologico!
18 ott 2011
La messa in mano
"Una bocca vivace alla fine di un' incollatura sempre pronta a prendere le posizioni richieste dalla mano del cavaliere; che si tratti di rilevare, di estendere o di flettere." (P.Karl)
Una corretta messa in mano si ha quando ad ogni specifica richiesta dell'imboccatura, il cavallo reagisce decontraendo la bocca, tramite il movimento di masticazione-deglutizione di cui avevamo parlato nei post precedenti.
La qualità del contatto con la mano che ne consegue, permette dunque al cavaliere di richiedere al cavallo decontratto ogni diversa postura e posizione dell'incollatura: flessioni, estensione, rilevamento.
Un buon contatto é un contatto costante e leggero. Costante perché segue la mano in ogni richesta e posizione. Leggero perché non deve essere né nullo né duro.
La particolarità più importante, quella che davvero differenzia un tipo di equitazione basato sul rispetto del cavallo, é l'azione della mano del cavaliere.
Pensando all'anatomia della bocca, sappiamo certamente che il cannone dell'imboccatura si trova a livello delle barre, passando sopra la lingua, sotto il palato e uscendo dalle commessure labiali.
A seconda del tipo di cannone e di come sono unite le redini all'anello dell'imboccatura, possiamo dunque esercitare diverse azioni sulla bocca del cavallo: schiacciare la lingua, pungere il palato, segare sulle barre....tutte cose che creano dolore.
Possiamo però fortunatamente anche agire su una parte non dolorosa della bocca del cavallo, le commessure labiali. Azione che, oltretutto, provoca l'apertura della bocca e la conseguente masticazione-deglutizione che, guarda un po', é proprio quello che ricerchiamo.
La mano tenuta bassa, che tira all'indietro, che sega a destra e sinistra, che si blocca a livello delle ginocchia...porta l'imboccatura a agire su zone dolorose della bocca del cavallo, provocando difese o rifiuti del contatto, come per esempio nei cavalli incappucciati.
La mano che agisce verso l'alto, ruotando i palmi delle mani verso l'alto e l'esterno, invece, crea tramite l'imboccatura delle azioni sulle commessure labiali. La discesa di mano, ottenuto ciò che si richiedeva, rappresenta il "premio" e dà la possibilità al cavallo di mantenere il buon contatto creato.
Dunque l'azione più corretta per richiedere qualcosa al cavallo tramite l'imboccatura, mantenendo il giusto contatto e una buona messa in mano, é verso l'alto. Ma ancora più importante é la discesa di mano, a richiesta terminata.
Le principali richieste della mano per correggere o migliorare il contatto e per richiedere determinate posture dell'incollatura, sono le seguenti:
- azione-reazione: le mani ben separate cercano il contatto con la bocca del cavallo agendo verso l'alto in modo graduale e continuo, finché il cavallo non avrà la reazione di seguire la mano e chiedere di abbassare e estendere l'incollatura. A quel punto la mano segue gradualmente verso il basso la bocca del cavallo, mantenendo il contatto ottenuto. Utile per i cavalli che scappano dal contatto andando sopra la mano e ribaltando l'incollatura.
- mezza fermata: le mani ben separate agiscono rapidamente verso l'alto e poi tornano subito in discesa di mano. È un gesto repentino che rileva l'incollatura del cavallo, apre la nuca e "stacca" dalla mano il contatto troppo pesante. Utile per i cavalli che si incappucciano, che serrano la bocca o che pesano sulle braccia del cavaliere.
- flessioni dell'incollatura: mano esterna al suo posto con un buon contatto, la mano interna si alza, ruotando i palmi verso l'alto. Il cavallo flette l'incollatura dando la bocca. La mano esterna segue quanto basta, senza perdere il contatto. Ottenuta la flessione, discesa di mano. Utile in tutti i cavalli, per ginnasticare, controllare il peso tra le spalle, migliorare l'equilibrio e le risposte alle azioni della mano.
- flessione della nuca: la mano esterna fissa con un buon contatto, la mano interna verso l'alto. Il cavallo decontrae la bocca e arrotonda l'incollatura, chiudendo leggermente l'angolo della nuca (che resta comunque il punto più alto dell'incollatura). Indispensabile dopo l'apprendimento dei primi rudimenti di messa in mano, per il corretto utilizzo della schiena del cavallo nel lavoro.
L'imboccatura migliore per eseguire questo tipo di lavoro é il filetto con cannone snodato.
Il filetto ad aste può aiutare nella comprensione delle flessioni dell'incollatura.
Un buon istruttore e un buon tatto equestre fanno il resto.
Una corretta messa in mano si ha quando ad ogni specifica richiesta dell'imboccatura, il cavallo reagisce decontraendo la bocca, tramite il movimento di masticazione-deglutizione di cui avevamo parlato nei post precedenti.
La qualità del contatto con la mano che ne consegue, permette dunque al cavaliere di richiedere al cavallo decontratto ogni diversa postura e posizione dell'incollatura: flessioni, estensione, rilevamento.
Un buon contatto é un contatto costante e leggero. Costante perché segue la mano in ogni richesta e posizione. Leggero perché non deve essere né nullo né duro.
La particolarità più importante, quella che davvero differenzia un tipo di equitazione basato sul rispetto del cavallo, é l'azione della mano del cavaliere.
Pensando all'anatomia della bocca, sappiamo certamente che il cannone dell'imboccatura si trova a livello delle barre, passando sopra la lingua, sotto il palato e uscendo dalle commessure labiali.
A seconda del tipo di cannone e di come sono unite le redini all'anello dell'imboccatura, possiamo dunque esercitare diverse azioni sulla bocca del cavallo: schiacciare la lingua, pungere il palato, segare sulle barre....tutte cose che creano dolore.
Possiamo però fortunatamente anche agire su una parte non dolorosa della bocca del cavallo, le commessure labiali. Azione che, oltretutto, provoca l'apertura della bocca e la conseguente masticazione-deglutizione che, guarda un po', é proprio quello che ricerchiamo.
La mano tenuta bassa, che tira all'indietro, che sega a destra e sinistra, che si blocca a livello delle ginocchia...porta l'imboccatura a agire su zone dolorose della bocca del cavallo, provocando difese o rifiuti del contatto, come per esempio nei cavalli incappucciati.
La mano che agisce verso l'alto, ruotando i palmi delle mani verso l'alto e l'esterno, invece, crea tramite l'imboccatura delle azioni sulle commessure labiali. La discesa di mano, ottenuto ciò che si richiedeva, rappresenta il "premio" e dà la possibilità al cavallo di mantenere il buon contatto creato.
Dunque l'azione più corretta per richiedere qualcosa al cavallo tramite l'imboccatura, mantenendo il giusto contatto e una buona messa in mano, é verso l'alto. Ma ancora più importante é la discesa di mano, a richiesta terminata.
Le principali richieste della mano per correggere o migliorare il contatto e per richiedere determinate posture dell'incollatura, sono le seguenti:
- azione-reazione: le mani ben separate cercano il contatto con la bocca del cavallo agendo verso l'alto in modo graduale e continuo, finché il cavallo non avrà la reazione di seguire la mano e chiedere di abbassare e estendere l'incollatura. A quel punto la mano segue gradualmente verso il basso la bocca del cavallo, mantenendo il contatto ottenuto. Utile per i cavalli che scappano dal contatto andando sopra la mano e ribaltando l'incollatura.
- mezza fermata: le mani ben separate agiscono rapidamente verso l'alto e poi tornano subito in discesa di mano. È un gesto repentino che rileva l'incollatura del cavallo, apre la nuca e "stacca" dalla mano il contatto troppo pesante. Utile per i cavalli che si incappucciano, che serrano la bocca o che pesano sulle braccia del cavaliere.
- flessioni dell'incollatura: mano esterna al suo posto con un buon contatto, la mano interna si alza, ruotando i palmi verso l'alto. Il cavallo flette l'incollatura dando la bocca. La mano esterna segue quanto basta, senza perdere il contatto. Ottenuta la flessione, discesa di mano. Utile in tutti i cavalli, per ginnasticare, controllare il peso tra le spalle, migliorare l'equilibrio e le risposte alle azioni della mano.
- flessione della nuca: la mano esterna fissa con un buon contatto, la mano interna verso l'alto. Il cavallo decontrae la bocca e arrotonda l'incollatura, chiudendo leggermente l'angolo della nuca (che resta comunque il punto più alto dell'incollatura). Indispensabile dopo l'apprendimento dei primi rudimenti di messa in mano, per il corretto utilizzo della schiena del cavallo nel lavoro.
L'imboccatura migliore per eseguire questo tipo di lavoro é il filetto con cannone snodato.
Il filetto ad aste può aiutare nella comprensione delle flessioni dell'incollatura.
Un buon istruttore e un buon tatto equestre fanno il resto.
12 ott 2011
Asimmetria e equilibrio: la flessione naturale
Esattamente come noi nasciamo destri o mancini, così anche i cavalli nascono con una flessione naturale (destra o sinistra), ovvero con la particolarità di avere una postura congenita che prevede la facilità a flettere l'incollatura da un lato piuttosto che l'altro, di caricare una spalla piuttosto che un'altra e di avanzare di più sotto la massa con un posteriore che con l'altro.
Questo pare sia dovuto (ma che io sappia non é ancora stato scientificamente provato) alla posizione che assume il feto nell'utero materno.
Dunque il cavallo può nascere con flessione destra o sinistra e questo nel puledro é visibilmente palese quando si inizia il lavoro sui circoli alla corda. Nel lato della flessione naturale tenderà a scappare fuori dal circolo con la spalla, piegando l'incollatura all'interno.
Nel lato opposto alla flessione, tenderà invece a portare all'esterno l'incollatura e "cadere" all'interno con la spalla, talvolta stringendo il circolo.
Questa asimmetria porta a evidenti problemi di equilibrio del cavallo, che oltre ad avere già la tendenza naturale a portare più peso sulla parte anteriore del corpo, avrà anche difficoltà a gestire il peso tra le due spalle e a flettere correttamente (ovvero né troppo né troppo poco) l'incollatura.
Come molti di voi già sapranno, il termine "addestrare" significa "rendere destro". Taluni dicono che sia collegato al fatto che la maggior parte dei cavalli ha una flessione naturale a sinistra, altri affermano che "destro" é inteso come "abile", altri interpretano "destro" nel senso di "dritto".
Al di là del significato etimologico e letterale, il concetto é ben chiaro: per avere un cavallo ben addestrato e in grado di sviluppare appieno le sue potenzialità, bisogna lavorare su questa asimmetria e, se possibile, azzerarla.
Un altro lavoro molto importante, collegato al lavoro sull'asimmetria ma più lungo e complesso, é il lavoro per migliorare l'equilibrio del cavallo.
Come detto, buona parte del peso é caricato sulla parte anteriore del corpo del cavallo. Per le nostre esigenze di lavoro con l'equino, tuttavia, é più sano e utile che il peso sull'avantreno sia diminuito e spostato sulla parte posteriore.
Per migliorare l'equilibrio non si agisce direttamente con azioni specifiche. Diventa una conseguenza di una serie ben definita di esercizi, che parte con una semplice buona messa in mano fino ad arrivare ai più complessi lavori su due piste alle tre andature e in seguito alla riunione. Se ben eseguiti, se la messa in mano é ottima e se é rispettata la corretta sequenza, il miglioramento dell'equilibrio é inevitabile, senza cercare grandi teoremi o strane azioni di mano, gamba e assetto.
È una ginnastica.
L'esercizio della flessione dell'incollatura in tutte le sue sfumature (alta, bassa, con nuca aperta, con flessione della nuca, in controflessione) é l'esercizio basilare per iniziare a correggere l'asimmetria del cavallo e insegnargli a gestire l'equilibrio tra una spalla e l'altra.
L'importante é che questo avvenga mediante l'utilizzo corretto della mano e dell'imboccatura (prossimo post).
Il cavallo deve imparare a flettersi correttamente, senza stortare la nuca, senza pesare, senza togliersi dal contatto con la mano. Può essere utile iniziare a nuca aperta (ovvero con un angolo tra testa e collo più aperto, naso piu avanti della verticale) ma può in alcuni casi essere più utile chiedere subito anche la flessione della nuca, ovvero un arrotondamento dell'incollatura e della nuca senza la chiusura di quest'ultima (quindi senza che il naso oltrepassi la verticale).
Durante la flessione, l'incollatura alta porta il peso sulla spalla esterna alla flessione, l'incollatura bassa lo porta sulla spalla interna. Questo concetto é utile per capire come effettuare l'esercizio della controflessione, ovvero il cavallo procede in un circolo con una flessione dell'incollatura all'esterno del circolo e portando il peso (su richiesta dunque) sulla spalla interna al circolo.
L'alternare flessione e controflessione é il primo ottimo esercizio per insegnare al cavallo a gestire il peso tra le due spalle, rendendo al contempo flessibile l'incollatura su entrambi i lati, ammortizzando così sempre più l'asimmetria.
Questo pare sia dovuto (ma che io sappia non é ancora stato scientificamente provato) alla posizione che assume il feto nell'utero materno.
Dunque il cavallo può nascere con flessione destra o sinistra e questo nel puledro é visibilmente palese quando si inizia il lavoro sui circoli alla corda. Nel lato della flessione naturale tenderà a scappare fuori dal circolo con la spalla, piegando l'incollatura all'interno.
Nel lato opposto alla flessione, tenderà invece a portare all'esterno l'incollatura e "cadere" all'interno con la spalla, talvolta stringendo il circolo.
Questa asimmetria porta a evidenti problemi di equilibrio del cavallo, che oltre ad avere già la tendenza naturale a portare più peso sulla parte anteriore del corpo, avrà anche difficoltà a gestire il peso tra le due spalle e a flettere correttamente (ovvero né troppo né troppo poco) l'incollatura.
Come molti di voi già sapranno, il termine "addestrare" significa "rendere destro". Taluni dicono che sia collegato al fatto che la maggior parte dei cavalli ha una flessione naturale a sinistra, altri affermano che "destro" é inteso come "abile", altri interpretano "destro" nel senso di "dritto".
Al di là del significato etimologico e letterale, il concetto é ben chiaro: per avere un cavallo ben addestrato e in grado di sviluppare appieno le sue potenzialità, bisogna lavorare su questa asimmetria e, se possibile, azzerarla.
Un altro lavoro molto importante, collegato al lavoro sull'asimmetria ma più lungo e complesso, é il lavoro per migliorare l'equilibrio del cavallo.
Come detto, buona parte del peso é caricato sulla parte anteriore del corpo del cavallo. Per le nostre esigenze di lavoro con l'equino, tuttavia, é più sano e utile che il peso sull'avantreno sia diminuito e spostato sulla parte posteriore.
Per migliorare l'equilibrio non si agisce direttamente con azioni specifiche. Diventa una conseguenza di una serie ben definita di esercizi, che parte con una semplice buona messa in mano fino ad arrivare ai più complessi lavori su due piste alle tre andature e in seguito alla riunione. Se ben eseguiti, se la messa in mano é ottima e se é rispettata la corretta sequenza, il miglioramento dell'equilibrio é inevitabile, senza cercare grandi teoremi o strane azioni di mano, gamba e assetto.
È una ginnastica.
L'esercizio della flessione dell'incollatura in tutte le sue sfumature (alta, bassa, con nuca aperta, con flessione della nuca, in controflessione) é l'esercizio basilare per iniziare a correggere l'asimmetria del cavallo e insegnargli a gestire l'equilibrio tra una spalla e l'altra.
L'importante é che questo avvenga mediante l'utilizzo corretto della mano e dell'imboccatura (prossimo post).
Il cavallo deve imparare a flettersi correttamente, senza stortare la nuca, senza pesare, senza togliersi dal contatto con la mano. Può essere utile iniziare a nuca aperta (ovvero con un angolo tra testa e collo più aperto, naso piu avanti della verticale) ma può in alcuni casi essere più utile chiedere subito anche la flessione della nuca, ovvero un arrotondamento dell'incollatura e della nuca senza la chiusura di quest'ultima (quindi senza che il naso oltrepassi la verticale).
Durante la flessione, l'incollatura alta porta il peso sulla spalla esterna alla flessione, l'incollatura bassa lo porta sulla spalla interna. Questo concetto é utile per capire come effettuare l'esercizio della controflessione, ovvero il cavallo procede in un circolo con una flessione dell'incollatura all'esterno del circolo e portando il peso (su richiesta dunque) sulla spalla interna al circolo.
L'alternare flessione e controflessione é il primo ottimo esercizio per insegnare al cavallo a gestire il peso tra le due spalle, rendendo al contempo flessibile l'incollatura su entrambi i lati, ammortizzando così sempre più l'asimmetria.
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