26 dic 2010

La vita a Un posto felice


Mi sento davvero bene. Il mio pelo é brillante, sono cresciuta, mi sento piena di energie. Il mio cassone é sempre pieno di fieno, gli altri cavalli sono di fianco a me (posso annusarli, giocare) ma non mi possono rubare il cibo. La tettoia é tutta per me, c'é acqua sempre fresca.
Un umano molto simpatico mi porta da mangiare, mi faccio sempre fare un po' di coccole.
La Mia Umana viene quasi tutti i giorni e mi porta in un posto molto morbido, dove mi piace tantissimo rotolarmi.



Lì mi fa fare un sacco di cose e sembra sempre molto contenta. Quando faccio i capricci lo é meno e me lo fa capire. Comunque a me piace fare bene quello che mi chiede. Addirittura adesso inizio a farlo anche prima che me lo chieda.
Mi sento sempre più in forze: mi piace trottare e galoppare, quando sono libera mi piace sgroppare e inzigare la Mia Umana, ma lei non corre mai con me, che pigra! Se ne sta lì al centro e mi dice da che parte andare e quando fermarmi.
Ogni tanto arriva anche l'altra umana e ogni volta che arriva lei, mi fanno fare qualcosa di assurdo!
L'ultima volta mi hanno stretto una cosa attorno alla pancia, una strana sensazione, ho pensato di rotolarmi per vedere se si toglieva ma mi hanno detto assolutamente no.
Dopo poco mi sono abituata, alla fine non é così fastidioso. Sembravano molto soddisfatte.
Io ero più soddisfatta quando mi sono potuta rotolare da libera. Dopo che mi fanno muovere, mi piace grattarmi bene e poi rimanere un pochettino a riposare sdraiata. Tanto c'é la Mia Umana con me. Intanto che riposo viene vicino alla mia testa e mi fa tante carezze che mi piacciono moltissimo.


Poi mi porta a camminare intorno alla scuderia e nei prati, dove ci sono tante cose che non conosco, ma io non ho paura!

21 dic 2010

Preparazione alla sella

Un altro punto fondamentale nell'addestramento del puledro é la preparazione alla sella.
Il cavallo si deve abituare non solo a sentire qualcosa sulla schiena, ma anche a qualcosa che stringe sotto la pancia.

Noi abbiamo iniziato desensibilizzando alla sensazione di pressione sul torace, con la corda da sette metri.
Il vantaggio é che la corda scorrendo nell'anello può mettere e togliere pressione in modo veloce e preciso, risultando chiara.
Dunque sia da fermo che in movimento, il cavallo non deve avere reazioni di paura o fastidio alla pressione di quello che in futuro sarà il sottopancia.

In seguito si desensibilizza al sottosella, nella stessa maniera con cui si é desensibilizzato a tutto il resto.
Si fanno anche tutti i gesti che saranno poi uguali al momento di sellare.

Così al momento di mettere il fascione o il pad, il cavallo conoscerà già sia la sensazione di avere qualcosa che gli viene messo sulla schiena, sia del sottopancia che stringe.





Una volta sistemato tutto, se il cavallo é tranquillo, si può cominciare a farlo muovere al passo e al trotto.
Qualsiasi problema si presenti (cavallo che si blocca, che va indietro, che tenta di buttarsi giu) va risolto con il movimento in avanti.

In seguito il fascione o il pad devono diventare un'abitudine, rientrare nella normalità, dunque verranno messi fin dall'inizio e si svolgerà tutta la sessione di lavoro con l'attrezzatura addosso.

Attenzione che a ogni buco del sottopancia che viene tirato, potrebbe esserci una reazione, dunque bisogna sempre prestare attenzione.



16 dic 2010

Doppie redini

Una volta confermato tutto il lavoro precedente (desensibilizzazione, risposta alle pressioni, conduzione, lavoro in circolo con transizioni, strettoie) si può cominciare con gli esercizi preparatori al futuro lavoro da sella.

Il primo esercizio é il solito esercizio di conduzione, ma eseguito da dietro il cavallo. Inizialmente é indispendabile desensibilizzare il cavallo al passaggio della lunghina davanti al muso.
Dunque si abituerà il cavallo lanciando la lunghina da una parte all'altra della testa, lasciando pure che la lunghina ricada tra le orecchie o sul muso.
Durante la conduzione ci si sposterà gradualmente sempre più indietro, chiedendo al cavallo di continuare ad avanzare.
Per i cambiamenti di mano si lancerà semplicemente la lunghina davanti alla testa, inizialmente permettendo al cavallo di fermarsi (é più facile per lui e anche per la manualità dell'addestratore), in seguito il tutto avverrà mantenendo l'andatura.

Per voltare si aprirà orizzontalmente la lunghina, per fermarsi si metterà in avanti lo stick (segnale già appreso in precedenza). Ci si può anche aiutare con la voce.

È importante che il cavallo nella conduzione da dietro parta, dopo gli alt, diritto. La tendenza del cavallo é quella di girarsi verso l'addestratore; lo stick può aiutare a indirizzare il naso e chiarire al cavallo le nostre intenzioni.



L'esercizio successivo é la conduzione da dietro con le doppie redini, o redini lunghe.
In questo caso, non avendo ancora preparato il cavallo all'utilizzo di fascioni, si lavora solo con capezza e corda da 7 metri. Questo provoca l'inevitabile svantaggio della pesantezza e, a mio parere, minore chiarezza. Essendo però un esercizio preparatore, dunque temporaneo, può andare bene.
Si lega l'altro capo della corda alla cavezza e si comincia chiedendo al cavallo di reagire prontamente alle richieste di flessione dell'incollatura. La richiesta va fatta sulla parte di corda del lato voluto, prima passando la mano sulla corda e poi chiudendo ad una ad una le dita sulla corda, fermandosi a flessione avvenuta.
Questo é importante per fa capire al cavallo come vogliamo che reagisca quando sentirà la richiesta di direzione.
Poi cominciamo riproponendo l'esercizio della conduzione da dietro, cambiando mano e facendo qualche transizione. In seguito ci spostiamo gradualmente dietro il cavallo, fino a poterlo condurre esattamente dietro di lui.

La strettoia e la pedana

Il cavallo é per natura un animale claustrofobico: malsopporta gli spazi stretti, intesi sia in orizzontale (lateralmente) che in verticale (sopra la testa).

Dunque passare su un ponte, attraversare un cancello stretto, salire sul trailer o passare sotto un ramo basso potrebbe rivelarsi più difficile di quanto si possa pensare.

È bene dunque insegnare fin da subito al cavallo a non temere queste strettoie, chiedendogli di camminare attraverso esse in modo tranquillo, di fermarsi in mezzo o sopra senza stress.

Nell'esercizio della strettoia, si crea con un qualsiasi ostacolo un corridoio con la parete del maneggio, inizialmente largo e man mano sempre più stretto.
Noi iniziamo conducendo il cavallo da vicino e chiedendogli di attraversare il corridoio utilizzando gli stessi segnali della conduzione.
Quando il cavallo appare fiducioso, possiamo allontanarci sempre di più dal corridoio e inviarlo da lontano.
È utile anche chiedere al cavallo di fermarsi all'interno del corridoio.
All'uscita del corridoio si può chiedere una cessione delle anche, per evitare che il cavallo fugga via uscendo.



L'esercizio della pedana può essere interpretato come una "strettoia verticale" ed é utilissimo come preparazione per la salita sul trailer.
Anche qui si chiede al cavallo di salire sulla pedana con i segnali della conduzione (la mano della lunghina indica la direzione, lo stick o la frusta chiedono di avanzare).
Si continua a ripetere la richiesta finché il cavallo non mette almeno un piede sulla pedana: a quel momento, fine della richiesta e molti complimenti.
Una volta salito con i due anteriori, si può chiedere di scendere con essi e rimanere su con i due posteriori: infine, quando il cavallo é pronto a capire, si può insegnargli a salire con tutti e 4 i piedi e rimanere fermo sulla pedana.



Importante ripetere sempre gli esercizi da entrambi i lati!

27 nov 2010

La conduzione e il lavoro in circolo

Insegnare al cavallo a farsi condurre nel modo corretto alla corda é importante non solo per poterlo gestire nel modo più sicuro, ma serve anche come preparazione per il lavoro in circolo.

Una volta che il cavallo non teme più gli strumenti di lavoro e ha compreso il significato degli stimoli (pressione costante e ritmica), siamo liberi di usare tutta la gamma di segnali per comunicare le nostre intenzioni al cavallo e insegnargli i primi veri esercizi.

La mano che indica la direzione (tenendo tesa eventualmente la corda) e lo stick che agisce ritmicamente dietro la linea della spalla richiedono al cavallo il movimento in avanti.
Lo stick appoggiato alla spalla non dà indicazioni.
Lo stick portato orizzontalmente davanti al naso indica che bisogna fermarsi: può anche oscillare su e giu e può intervenire la vibrazione della corda, tutto ciò che é utile per far capire al cavallo che deve fermarsi.
Lo stick può anche aiutare nell'indicare la direzione, agendo orizzontalmente verso il naso del cavallo.



Il lavoro in circolo diventa dunque un "approfondimento" del lavoro di conduzione, aumentando la distanza dall'addestratore.
La mano alzata verso la direzione e lo stick dietro la linea della spalla indicano sempre movimento in avanti e lo stick davanti al naso indica rallentare e fermarsi, proprio come nella conduzione.



P.S.: Diamante in questi video ha la schiena tosata per via di una dermatosi, una malattia della pelle che provoca la formazione di grosse bolle dure che poi si staccano lasciando pelle nuda, che colpisce soprattutto i cavalli giovani ed é dovuta alla troppa umidità e a un calo delle difese immunitarie. Tosare serve per far seccare la pelle (questi batteri si sviluppano in presenza di troppo sebo). Inizialmente abbiamo trattato con alcol per far seccare la pelle, ora le ho fatto una cura omeopatica per la pelle e applico uno spray fitoterapico per accelerare la guarigione.

14 nov 2010

Il lavoro in libertà

Il lavoro in libertà non é una strana magia, non é questione di rapporto speciale con il proprio cavallo e non é nemmeno una cosa per pochi.

È semplicemente un lavoro di addestramento, che ha una preparazione e un'evoluzione.

L'obiettivo é insegnare al cavallo a prestarci attenzione e mantenere la concentrazione anche in assenza del vincolo "capezza e lunghina".

Si inizia mettendo sia se stessi che il cavallo nella situazione più ottimale per capire e imparare, ovvero in un luogo chiuso e piccolo (raggiungibile quindi senza problemi in ogni punto per le correzioni) e con una buona base di desensibilizzazione e reattività alle indicazioni nei vari esercizi.

Quando il cavallo reagisce bene al disimpegno dei posteriori (pressione ritmica verso i posteriori per farli allontanare), conosce l'invio verso destra e verso sinistra (braccio e peso che indicano la direzione e stick che invita il movimento in avanti con movimenti circolari verso il posteriore), é desensibilizzato a movimenti e rumori dello stick (non ne ha paura), mantenendo sempre la lunghina che tocca terra (quindi che non agisce) si può iniziare il lavoro in libertà.

Ovviamente il cavallo sa benissimo che quando togliamo la capezza non abbiamo piu lo stesso controllo su di lui.
Dunque é importante trovare un altro modo di intervenire, seguendo però sempre il concetto di comodità e scomodità.

In questo caso la scomodità é data dal lavorare-faticare, ovvero correre o trottare intorno a noi nella direzione da noi scelta: la comodità é rispondere alla nostra richiesta, che può essere il disimpegno dei posteriori, fare un giro completo all'andatura scelta senza fermarsi, seguirci senza "perdersi".

Nel video io e Diamante iniziamo con un po' di desensibilizzazione. In seguito testiamo la risposta alle pressioni, ritmica e costante.

Poi le chiedo di fare due circoli al trotto da un lato e dall'altro, mentre io sto ferma in mezzo. Quando si ferma la correggo creando della scomodità battendo lo stick per terra e incitandola a aumentare l'andatura, facendole cambiare direzione se per sua scelta va dall'altra parte.
Quando l'andatura é buona e non accenna a fermarsi, la premio fermandola (con disimpegno dei posteriori).
Se non reagisce alla pressione ritmica per allontanare i posteriori, proseguo nella richiesta fino ad ottenere il risultato.

In seguito le chiedo di seguirmi, anche nei cambi di direzione, chiedendo un disimpegno dei posteriori e allontanandomi. Se non dovesse capire, posso aiutarmi agendo con lo stick come nella conduzione, toccando dietro la spalla ritmicamente.
In caso si dovesse perdere, posso ripetere la richiesta partendo dal disimpegno: in caso dovesse scappare, mi rimetto al centro e creo la scomodità (lavorare) e ricomincio.

6 nov 2010

Dr Jekyll e Mr Hyde

Proseguendo con il lavoro di addestramento, ci si rende sempre più conto di come il lato destro e il lato sinistro del cavallo possano essere molto differenti quanto a reazioni agli stessi stimoli.

Ciò che sembra funzionare a meraviglia ed essere chiaro fatto da sinistra, si rivela fonte di stress o fuga a destra.

Pare dimostrato anche scientificamente che ciò che il cavallo acquisisce attraverso i sensi del lato destro viene elaborato in modo diverso rispetto a quanto accade per il lato sinistro.
Dunque non é solo questione di abitudinarietà: proprio non si può dare per scontato che ciò che viene appreso dal lato sinistro possa essere automaticamente applicato anche a destra.

Inoltre come tutti gli esseri viventi anche il cavallo é dotato di un'asimmetria più o meno marcata, che provoca nell'animale la preferenza di un lato piuttosto che un altro.

Dunque sarebbe buona norma fin da subito proporre ogni azione, ogni stimolo, da entrambi i lati, lavorando maggiormente sul lato in cui si incontrano più dubbi o resistenze.

Questo perché la simmetria e l'equilibrio fisico devono andare di pari passo con l'equilibrio mentale, altrimenti avremo sempre una lacuna che prima o poi si presenterà come un ostacolo nell'apprendimento.

Nel caso specifico di Diamante c'é una difficoltà nell'accettare presenza e richieste dal solo occhio destro. Tende dunque a voler guardare con l'occhio sinistro o perlomeno con entrambi.
Le richieste da destra creano più incertezza e le reazioni sono più emotive.
Dunque prossimamente il nostro lavoro sarà svolto particolarmente da destra, invitandola sempre a guardare con l'occhio meno gradito, venendo condotta da quel lato più che dall'altro, finché non mostrerà le medesime reazioni tranquille da entrambi i lati.