30 ott 2010

La controversa questione delle pressioni

Attualmente sono in corso molti dibattiti riguardo l'uso delle pressioni nell'addestramento del cavallo.

C'é chi dice che le pressioni sono la base dell'addestramento equestre, c'é chi dice che le pressioni sono da evitare.

A mio parere c'é nell'immaginario collettivo un significato distorto delle parole "pressione" e "rinforzo negativo".
I due termini vengono spesso interpretati come qualcosa "di brutto".

Se invece andassimo più a fondo nel significato delle parole scopriremmo che la pressione nient'altro é che uno stimolo e che il rinforzo negativo é uno schema di apprendimento per cui il "premio" é la cessazione dello stimolo quando si presenta il comportamento desiderato.

Di tutt'altro schema tratta invece il lavoro in "shaping", in cui l'animale propone dei comportamenti (a caso o indotti dalla situazione) che vengono premiati quando giusti (rinforzo positivo, il "premio" é qualcosa di gradito che si ottiene quando si presenta il comportamento desiderato).

Quando si lavora con un animale e si ha come obiettivo l'addestramento, ovvero insegnargli qualcosa, bisogna come prima cosa chiedersi "cosa utilizzare come premio? a che cosa veramente aspira il mio animale sopra ogni cosa?"

Nel caso del cane, ad esempio, può essere il cibo, il gioco o anche solo l'approvazione del padrone.

Nel cavallo, animale preda, la scala delle necessità é diversa ed é davvero sbagliato non tenerne conto.
Per il cavallo il cibo non é una priorità, così come non lo é l'approvazione del padrone (anche se molti proprietari e soprattutto proprietarie amano pensare che il cavallo vuol loro bene e fa le cose perché si amano).
La priorità per il cavallo é la comodità, il risparmio di energie e la sicurezza.

Così come é facile indurre un cane a proporre una serie di comportamenti facendogli capire che quando avrà presentato quello giusto arriverà un pezzo di pancetta, altrettanto é facile per il cavallo capire che se reagisce nel modo corretto a una pressione troverà subito la comodità e la quiete.

Perché costringere un cavallo a proporre dei comportamenti per avere uno zucchero o un cane a imparare il seduto schiacciandogli verso il basso il sedere, se sappiamo che per la loro natura é più facile e comprensibile un dato schema mentale?

La vita del cavallo é un susseguirsi di pressioni. Dall'essere condotto alla cavezza, l'essere pulito, sellato e montato, sono tutte pressioni a cui deve imparare a reagire al modo giusto.
A chi non é capitato di spingere un puledro per farlo spostare e ritrovarselo più addosso di prima? O a cercare di tirarlo alla longhina per farlo avanzare e vederlo arretrare sempre di più?

È importante, direi quasi vitale, che il cavallo impari COME reagire alle pressioni, agli stimoli se preferiamo questa parola.

Perché il giorno che resterà incastrato da qualche parte, invece di tirare fino a uccidersi, se avrà imparato a seguire le pressioni resterà fermo fino a che sarà liberato.
Perché il giorno che gli metteremo la sella per la prima volta e saliremo, lui avrà già imparato cos'é la pressione del sottopancia e cosa vuol dire la pressione delle gambe.
Perché quando ci troveremo in situazioni difficili, avremo un cavallo che può seguire le nostre indicazioni e spostare anche solo un piede per volta.

Dunque per chi addestra un cavallo é importante conoscere e riconoscere il concetto di comodità-scomodità e saper insegnare all'animale a seguire le pressioni costanti e allontanarsi dalle pressioni ritmiche.

7 commenti:

  1. Molto interessante signorina Muggli. Le darei un 30 pieno :-)
    Quando scrivi altre cose sull'addestramento avvisami, sono davvero molto interessanti e utili, brava.

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  2. Cercavo il tasto "mi piace" ma non c'è ;) ottima spiegazione!

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  3. COMODITÀ, RISPARMIO DI ENERGIE E SICUREZZA: ne terremo conto in modo più adeguato. Qualche volta si accantonano gli insegnamenti primari di base, salvo ricordarseli leggendo un bellissimo blog.
    ;o))
    mg

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  4. Brava Silvia ben detto!!!!
    (..e se lo dice la tua "maestra" puoi starne certa!!!...)
    Antonella

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  5. bell'articolo, mi piacerebbe se prima o poi approfondissi con esempi pratici (che so come insegnare un certo tipo di passo o esercizio) che facciano a capire a chi non è del mondo dei cavalli come me come si ottengono determinate cose. so che i tuoi insegnamenti prima o poi mi torneranno utili ;)
    Marta

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  6. Brava Silvia ben detto!!!!
    (..e se lo dice la tua "amica di stages" puoi starne certa!!!...)
    Antonella (l'altra!)

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  7. Grazie a tutti per i complimenti, se c'é qualcosa da aggiungere o modificare fatemi sapere, sto cercando di dare le informazioni più utili possibili.
    Appena riesco pubblico la parte più "pratica" con video annessi!

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