6 ott 2010

La desensibilizzazione. Paura o disrispetto?

Quando si inizia un lavoro con un cavallo (di qualsiasi età e qualsiasi precedente),sarebbe buona norma fargli conoscere quelli che saranno gli strumenti per effettuare questo lavoro.
Frusta, stick, capezza, capezzone, lunghina, longe, sottosella, sella.....ognuno di questi elementi deve essere presentato a tempo debito al cavallo, che deve avere il tempo di conoscere l'oggetto e capire come funziona.

Quindi il primo approccio al lavoro del nuovo "allievo" dovrebbe essere da terra e consiste nella cosiddetta desensibilizzazione.

La desensibilizzazione si ottiene attraverso dei movimenti ripetitivi, presentando e togliendo l'oggetto proposto ritmicamente.
Questo permette al cavallo di "prendere atto" della presenza dell'oggetto e capire che la sua vicinanza non é pericolosa.Se lo desidera, gli é permesso annusare l'oggetto, prenderlo in bocca.

In seguito si chiede al cavallo di accettare l'oggetto in ogni parte del suo corpo.
In questo caso, per meglio far comprendere l'innocuità della situazione, é utile mantenere il contatto fra l'oggetto e il cavallo durante le possibili reazioni e togliere il contatto quando il cavallo si ferma e mostra uno dei segnali di accettazione (abbassamento dell'incollatura, masticazione, posizionamento di un posteriore a riposo, sospiri,..).

Per completare l'opera, é bene abituare il cavallo a non temere i movimenti, anche repentini, che gli oggetti possono compiere: ad esempio, abituando il cavallo a restare tranquillo mentre la frusta rotea sopra la sua testa o viene picchiata per terra a poca distanza da lui.
Ad alcuni potrà sembrare un controsenso desensibilizzare agli strumenti di lavoro: in realtà é proprio abituando il cavallo a controllare il nostro linguaggio del corpo e non gli oggetti, il loro movimento o l'ambiente circostante, che gli strumenti avranno l'effetto potenzialmente migliore.

Con questo semplice ma basilare passaggio, si possono inoltre ottenere preziose informazioni riguardo al carattere del cavallo, informazioni che ci permetteranno di meglio calibrare il lavoro anche in futuro.

Può capitare dunque che il cavallo stimolato in questa maniera presenti reazioni di vera paura: tentativi di fuga che si esprimono scappando sempre in direzione opposta al punto in cui si trova l'addestratore e l'oggetto della paura.

All'opposto, può capitare che il cavallo reagisca sì scappando, ma travolgendo l'addestratore (o perlomeno tentando di farlo muovere). In questo caso più che di paura si tratta di disrispetto e l'oggetto in questione é più che altro una "scusa" per testare i limiti.

In alcuni casi difficili, il cavallo ha come reazione l'aggressione dell'oggetto o peggio dell'addestratore.

È importante dunque che l'addestratore sia ben consapevole del proprio linguaggio del corpo, che sappia restare rilassato e trasmettere al cavallo il messaggio "tranquillo, va tutto bene".
Allo stesso tempo é importante che l'addestratore non si faccia spostare dal cavallo, né travolgere, allontanandolo per mantenere sempre la distanza di rispetto voluta.

Quante cose nuove oggi....

 

2 commenti:

  1. ...più il tempo passa, più le esperienze si susseguono - di vita e con i cavalli - e più la parola lascia spazio al sottile linguaggio del silenzio e alla gestualità corporea...

    Siete sulla buona strada, Diamante & Silvy!

    E...buon viaggio!
    mgb

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  2. Buon lavoro Silvia, e tu Diamante, abbi fiducia :-)

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